Un filo d’olio
- Autore: Simonetta Agnello Hornby
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2011
Le estati della fanciullezza dell’autrice, negli anni ’50, nella casa di campagna, in contrada Mosè, (Agrigento), sono il tema di fondo del libro “Un filo d’olio” di Simonetta Agnello Hornby (Sellerio, 2011), ma il fil rouge che unisce la linea narrativa sono le ricette di cucina della nonna. Come il trait d’union delle ricette è:
“Un filo d’olio prezioso in qualsiasi frangente: “rinfrescava” i resti e le verdure cotte in anticipo, ancora tiepide, esaltandone gli odori; faceva “rinvenire” lo sfincione da riscaldare, trasformava in squisite pizzette le fette di pane raffermo bagnate in acqua e latte, coperte di pomodoro pelato, pezzetti di tuma e con un nonnulla di sale e pepe e origano, e poi passate velocemente nel forno caldo. In quantità più abbondante, rendeva appetitose le patate bollite e sbucciate che si servivano a cena”.
“Pane caldo e olio-in assoluto il cibo più buono che abbia mai gustato”.
Con questa dichiarazione d’amore, la scrittrice definisce e sancisce gli anni trascorsi durante le vacanze estive; rievoca con dolce nostalgia un periodo in cui lei con la sua famiglia, i parenti, trascorreva la villeggiatura nella campagna siciliana, nella grande dimora baronale. Come cartoline d’epoca, i ricordi della scrittrice riaffiorano dalla sua memoria attraverso le ricette della nonna Maria, morta quando aveva appena un anno e riproposte dalla mamma e dalla zia Teresa. Le immagini, i luoghi, i volti delle persone amate, i sentimenti, le emozioni, i pensieri di allora appartengono ancora al mondo interiore della scrittrice e non è cambiata l’essenza intima di essi. L’impressione piacevole ed amabile che questo libro suscita è una forma d’intenerimento verso la bambina prima, poi l’adolescente e la giovane donna, del suo rapporto senza conflitti con la sorella Chiara, della sua ammirazione per la mamma e la zia materna, un universo al femminile un po’ speciale, forse mitizzato, ma che ricompone un quadro famigliare idilliaco ed armonico.
Il libro, come dichiara l’autrice, è la realizzazione di un suo desiderio che custodiva da anni, di trascrivere le ricette dei dolci di nonna Maria, annotate da lei in un quadernetto con le pagine numerate e corredato di indice.
"Avevo in mente un lavoro a quattro mani con mia sorella Chiara; nonostante da quarant’anni viviamo in isole diverse, ogni estate ci ritroviamo a Mosè-la nostra campagna-e cuciniamo ancora come ci hanno insegnato mamma e zia Teresa."
L’idea della scrittrice di far rivivere la cultura della tavola di casa propria attraverso le sue ricette è convincente e originale, un misto di narrazione della memoria e preparazione di piatti così ricca da esaltare i sensi di chi legge e percepirne tra le pagine odori e profumi. Il testo contiene, nella parte finale, le ricette vere e proprie trascritte dalla sorella Chiara Agnello. Un libro tutto da leggere per il tono appassionato e la capacità affabulatoria che impregna la narrazione e da assaporare e gustare come un menù prelibato: un connubio felice.
- Autrice: Simonetta Agnello Hornby
- Titolo: Un filo d’olio
- Editore: Sellerio editore Palermo, 2011
Il filo della memoria s’intreccia con quel filo d’olio simbolo delle mitiche estati passate dall’autrice in villeggiatura nella tenuta padronale.
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Simonetta Agnello Hornby è una scrittrice siciliana nata a Palermo, residente da diversi anni a Londra. Il suo primo romanzo" La Mennulara" è del 2002, seguito da" La zia marchesa", "Boccamurata", "Vento scomposto", "La monaca" e" Camera oscura". In ogni romanzo la Sicilia è la protagonista principale, con i suoi colori accecanti e gli odori forti di terra antica. In "Un filo d’olio" la scrittrice descrive un luogo molto caro,la tenuta di campagna "Mosè" in cui la famiglia si trasferiva ogni anno per trascorrere l’estate. Dalla metà di maggio era un continuo preparare affinchè ogni cosa fosse pronta per la sospirata e attesa vacanza, con il susseguirsi di variopinti e caratteristici parenti, con i quali trascorrere lunghe giornate scandite da riti e tradizioni vari. La cucina è il filo di unione che lega le protagoniste femmine, la scrittrice con la sorella Chiara trascrive nel romanzo le ricette dei dolci della amata nonna Maria,allo scopo di tramandare non solo i sapori dei dolci e delle pietanze varie,ma di far rivivere emozioni legate ad un passato intessuto di ricordi e di piccoli aneddoti di vita vissuta.Tra le pagine del quaderno della nonna Maria, Simonetta ritrova il forte legame con la mamma e la zia Teresa, nei pomeriggi di estate alle prese con i primi approci culinari,con in mente sempre presente il detto della mamma"con un filo d’olio"per regalare a ogni pietanza un pizzico di sapore in più. Un libro gradevole, che si legge con piacere, quasi con l’acquolina in bocca specialmente verso le ultime pagine, dove la scrittrice regala al lettore incantato le ricette elencate nel libro, da provare per sentirsi parte di "Mosè".