Un giorno di settembre Bertolt Brecht
Bertolt Brecht non è stato solo il poeta epigrafico e didascalico che oggi ben conosciamo; tra le sue liriche figurano anche poesie d’amore come Ricordo di Maria A., contenuta nella raccolta Libro di devozioni domestiche (nell’originale Die Hauspostille, Ndr), la prima opera poetica di Brecht, pubblicata nel 1927.
La poesia Ricordo di Maria A. ( Erinnerung an die Marie A.) è spesso nota con il titolo Un giorno di settembre, in riferimento al primo verso che ci parla di “settembre” come del “mese azzurro”. La poesia viene citata anche nel film Le vite degli altri, vincitore nel 2007 del Premio Oscar come miglior film straniero.
Questi primi componimenti giovanili brechtiani sono dedicati a episodi di vita quotidiana, oppure a casi di cronaca nera della Germania di inizio Novecento; ciò che caratterizza in maniera esemplare la poesia del giovane Brecht è l’attenzione all’elemento umano. A fare da sfondo a questi versi, intrinsecamente malinconici, è una litania di pietà per l’umanità tutta: protagonisti sono casi umani che rendono tangibile tutta l’ingiustizia insita nel vivere, come la povera Hannah Cash che ama un nuovo violento, o l’infanticida Marie Farrar. Il giovane Bertolt Brecht dava voce ai reietti, ai poveri, agli esuli, agli esclusi che popolavano il suo mondo cercando di riscattarli dalla miseria della loro condizione. Un giorno di settembre, però, appare in contrasto con la produzione brechtiana perché non è una lirica didascalica, ma una poesia d’amore in cui il tema dominante è il rimpianto.
La protagonista di questa lirica è Maria A., una donna cristallizzata nel passato, in un ricordo di giovinezza, che rivive per sempre in un bacio dato all’ombra di un susino. È una poesia sul tempo che scorre e tutto muta, persino l’amore.
Brecht scrisse questi versi nel gennaio del 1920 mentre viaggiava a bordo di un treno diretto a Berlino; il lento dondolio dei vagoni lo cullava riportandolo nel passato, trainandolo dolcemente nel ricordo di quel “settembre azzurro” racchiuso nel segreto di un bacio rubato.
La poesia Ricordo di Maria A. ha ispirato alcuni brani musicali, tra cui Remembering Marie A. di David Bowie e Erinnerung an die Marie A. cantata da Ernst Busch, ma possiamo anche ritrovarne una traccia in Un malato di cuore di Fabrizio De André. Forse anche il cantautore genovese aveva letto questi versi e ne era stato influenzato non meno che dalla Spoon River di Edgar Lee Masters. Nel raccontare la storia del malato di cuore Francis Turner nell’album Non al denaro, non all’amore nè al cielo (1971), De André si è di certo ispirato all’antologia di Masters, traducendone alla lettera degli estratti quali “It suddently took flight”; ma i suoi versi si mescolano e confondono con quelli brechtiani in una perfezione formidabile e speculare. Anche la donna amata da Francis Turner si chiamava Mary, proprio come la Maria di Bertolt Brecht: entrambe sembrano essere il riflesso vivo e incandescente di un rimpianto ormai indelebile.
Vediamone più approfonditamente testo e analisi.
“Un giorno di settembre” di Bertolt Brecht: testo
Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l’amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d’estate
c’era una nube ch’io mirai a lungo:
bianchissima nell’alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell’amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so il tuo pensiero.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l’ho baciato un giorno.Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall’alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
la nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.(Traduzione di Roberto Fertonani)
“Un giorno di settembre” di Bertolt Brecht: analisi e commento
Settembre è un mese “azzurro” che parla ancora d’estate nella poesia di Brecht e sembra amplificare, nel suo cielo dilatato, il ricordo del passato. Quel riferimento all’azzurro nel primo verso pare estendere il sentimento della nostalgia che pervade l’intero componimento. L’amore cantato da Brecht è racchiuso nel rimpianto per quel bacio rubato all’ombra di un susino. La fugacità dell’amore giovanile è paragonata a una nuvola che si muove veloce nel cielo; il tempo del cuore e quello della natura appaiono in disaccordo, una disarmonia stridente che è come un pungolo nel cuore. Il ricordo è l’unica costante, ciò che rimane, in un mondo in continuo mutamento.
La parte centrale della poesia è data dalla domanda che sembra dividere il componimento in due, spezzandolo a metà come la polpa di un frutto:
Tu chiedi che ne è di quell’amore?
Questo è il vero tema della poesia di Bertolt Brecht: non l’amore, ma il rimpianto. L’autore insiste sulla fuggevolezza dei sentimenti che si contrappone alla staticità del ricordo: che ne è stato della ragazza pallida che stringeva tra le braccia? Ora la pensa donna fatta, con sette figli a carico, nell’immagine di una giovinezza sfiorita ormai logorata dalla stanchezza e dalla fatica di vivere giorno per giorno non tanto per sé ma per gli altri.
Il contrasto tra passato e presente è tanto forte da apparire lacerante: l’amore ha la forma vaporosa ed evanescente di una nuvola poi persa nel vento.
A suggellare ciò che è stato è il ricordo di quel bacio che Brecht presenta con parole che annullano il contrasto tra i tempi e gli spazi dell’azione. Nel momento solenne del bacio il tempo naturale e quello umano inaspettatamente coincidono: la nuvola sembra “fiorire” nel cielo, proprio come l’albero di susino, l’armonia pervade il cosmo e dilata il cuore. Ogni cosa è conservata in quel bacio che racchiude in sé il significato del tempo, del concetto stesso di memoria:
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l’ho baciato un giorno.
Il bacio sembra sancire un’unione di anime, stabilendo una sintonia che va oltre lo scorrere dei giorni. Questi versi sembrano fare eco a Un malato di cuore di Fabrizio De André:
ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo,
e il mio cuore le restò sulle labbra.
Anche il bacio che Francis Turner, il malato di cuore dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, diede alla sua Mary avvenne all’ombra di un albero in un pomeriggio azzurro d’estate:
There is a garden of acacia,
Catalpa threes, and arbors sweet with vines
There on that afternoon in June
By Mary’s side –
Kissing her with my soul upon my lips
It suddenly took flight.
Le narrazioni poetiche di Brecht, Masters e De André coincidono in maniera sorprendente nella medesima evocazione struggente e nostalgica. A dissolvere l’abisso imperscrutabile del tempo, ad annullare la distinzione tra la vita e la morte, è il ricordo di un bacio. E l’anima vola, sparisce nel vento, si fa nuvola in grado di “fiorire un solo istante” ed eterno rimpianto. Settembre è il mese azzurro, dalle nubi chiare, in cui la nostalgia si fa sconfinata e ha finalmente ragione d’essere nel prolungato addio all’estate.
“Ricordo di Maria A.”: dalla poesia di Brecht alla canzone di Bowie
La poesia Ricordo di Maria A. di Brecht è stata musicata da David Bowie in questa canzone, Remembering Marie A., che ne riprende quasi alla lettera i versi e fa rivivere in musica il ricordo di quel settembre blu.
It was a day in that blue month September
Silent beneath the plum trees’ slender shade
I held her there
My love, so pale and silent
As if she were a dream that must not fade
La poesia di Brecht nel film “Le vite degli altri”
La poesia di Brecht In ricordo di Maria A. è citata anche nel film Le vite degli altri (titolo originale Das Leben der Anderen), vincitore del Premio Oscar come “Miglior film straniero” nel 2007. Il film è ambientato nella Berlino Est dell’autunno del 1984 e segue le vicissitudini di Georg Dreyman, insigne intellettuale, scrittore e drammaturgo, posto sotto sorveglianza dalle spie della polizia segreta tedesca “Stasi”.
L’uomo, ignaro di essere sorvegliato giorno e notte attraverso delle microspie posizionate nel suo appartamento, è impegnato nella scrittura di un saggio sovversivo sull’alto numero di suicidi registrati nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR).
La compagna di Dreyman ha nome Christa-Maria Sieland e di professione fa l’attrice: proprio a lei, grande amore conteso con l’invidioso Ministro della cultura Bruno Hempf che vuole sbarazzarsi dell’intellettuale rivale. Proprio a lei, un’altra Maria oggetto di tormentata passione, sono dedicati i versi d’amore di Brecht. La poesia è letta dal superiore Wiesler, incaricato di spiare Dreyman, che tuttavia resta affascinato dal carisma e dall’alto spessore intellettuale dello scrittore.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Un giorno di settembre”: la poesia d’amore di Bertolt Brecht in ricordo di Maria A.
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Poesia Bertolt Brecht Storia della letteratura
Lascia il tuo commento