Un osso in gola di Anthony Bourdain

Marsilio 2007 - Il Dreadnought Grill è un ristorante di New York gestito da un proprietario tanto indebitato con la mafia, che ormai a gestirlo è Cosa Nostra. Come se non bastasse, in cucina c’è uno chef tossicodipendente, Ricard. Ovviamente una talpa ha già fatto la soffiata all’FBI, che attende solo il momento buono per fare una retata.
Adesso immaginate di essere nei panni dell’aiuto cuoco Tommy Pagano e di dover gestire nella vostra cucina, non le solite comande, ma un omicidio. Vi siete fatti vagamente un’idea della situazione?

Tommy è tra due fuochi: l’FBI e la Mafia. E poi, non solo si è ritrovato suo malgrado a fare da testimone ad un truculento assassinio e a pulire i piatti sporchi di sangue anziché di sugo, ma ora ha pure un grave problema da risolvere: mentre uno dei killer disossava l’ucciso… ha rovinato il preziosissimo coltello giapponese da sushi fatto su misura per lo chef!
Ecco, questa è l’atmosfera che si respira in Un osso in gola, noir newyorkese scritto da Anthony Bourdain; uno che di cucina e di cucine di ristoranti se ne intende, visto che stiamo parlando di uno dei cuochi più famosi d’America, protagonista di serie tv a carattere gastronomico di successo come No Reservations, Viaggio di un cuoco, Tutto in 24 ore.
Prima di questo libro (pubblicato dai noi nel 2007) erano usciti in Italia la sua autobiografia (Kitchen Confidential 2000), e due raccolte di articoli e resoconti di viaggi gastronomici (Viaggio di un cuoco del 2004 e Avventure Agrodolci del 2006). In verità però, Un osso in gola è stata la sua opera prima, datata addirittura 1995.
Un motivo in più per leggerla.

Parliamo di un romanzo a forti tinte ma sempre giocoso. Bourdain, infatti, che evidentemente ha letto qualche centinaio di polizieschi metropolitani e assorbito tutti gli stilemi del genere, mescola scene gore con momenti grotteschi e di esaltante ironia.
Ma il meglio di sé - non poteva essere altrimenti - lo dà quando si trova a descrivere l’atmosfera della cucina e i piatti da gourmet di chef Ricard (che ha più di un’analogia con l’autore).
Riuscirà l’agente Al dell’FBI a convincere Tommy Pagano, non solo testimone dell’omicidio, ma anche nipote del maggiore sospettato, a dire tutta la verità?