Ricordate il Cantagiro? I più giovani risponderanno sicuramente di no, oppure ricorderanno di averne vagamente letto qualcosa o sentito parlare in qualche programma TV di stampo nostalgico. Manifestazione ideata e diretta da Ezio Radaelli, il Cantagiro era nato per portare la musica “direttamente in casa” degli ascoltatori, in un periodo in cui la televisione non era ancora così diffusa, ma l’immagine dei cantanti iniziava a contare quanto la voce, se non di più. Il passaggio del Cantagiro era una follia collettiva, una festa paesana che scatenava entusiasmo. Inevitabilmente, però, verso la fine degli anni Sessanta anche questa manifestazione risentì del clima di contestazione e di violenza che stava avvelenando l’Italia: certo, però, non fino alle estreme conseguenze che vengono immaginate in questo romanzo, che inserisce abilmente una storia e personaggi di pura fantasia sopra una base di avvenimenti in gran parte reali.
Vero è, infatti, che il Cantagiro del 69 ebbe la sua finale a Recoaro Terme, che fu vinto da Massimo Ranieri e che i Camaleonti arrivarono secondi: di fantasia è invece il finale del libro ed il perché si arriva a questa vittoria. A personaggi assolutamente reali ed inclusi nella lista dei partecipanti come Mal e Caterina Caselli si mescolano quelli creati dalla fantasia dell’autore. Ricky Danesi, cantante con un paio di successi alle spalle, è in cerca di nuova gloria dopo essere stato affossato dai suoi stessi eccessi; Pino Abbrescia, carabiniere, nasconde l’hobby segreto della musica. I due vengono contattati dall’Ufficio Affari Segretissimi ed incaricati di infiltrarsi al Cantagiro per indagare sulle tendenze sovversive dei cantanti. Ma, fatalmente, il successo che la loro canzone riscuote prende loro la mano e fa loro perdere di vista il vero scopo della loro partecipazione. Purtroppo per loro, non hanno capito la reale misura dei pericoli con i quali hanno a che fare… Avversati da cantanti sospettosi ed invidiosi come il “vecchio melodico” Remo Villani, e da un giornalista d’assalto, Sandro Fanti, deciso ad andare in fondo alle cose, Ricky e Pino entrano in una spirale che si stringe sempre di più intorno alla loro missione e forse anche intorno alle loro stesse vite.
Malgrado descriva un periodo disgraziato della storia italiana, il libro lo tratta con distacco e leggerezza, e l’ambientazione nel mondo della musica leggera crea un contrasto che rende la lettura avvincente e piacevole. Certo, non aspettatevi un saggio o un trattato di politica: è solo una storia che sa vagamente di giallo, un romanzo divertente per passare qualche ora, una volta tanto non riservato esclusivamente al pubblico femminile, ma, anzi, molto gradito anche agli uomini. Svelta ed originale la struttura, che alterna testimonianze in prima persona, rapporti inviati all’Ufficio Affari Segretissimi e rassegne stampa, il tutto costruito per “trarre in inganno” il lettore e fargli immaginare di avere davanti un vero e proprio reportage dell’epoca. Magari si poteva evitare di far intuire già dopo due pagine la sorte di Ricky Danesi, ed alcune battute scadono a livello di barzelletta (Abbrescia convinto che il Sgt. Pepper sia qualche losco figuro ammanicato con i cantanti sovversivi); tutto sommato, però, si tratta di un libro d’evasione, ma assolutamente non stupido ne’ povero di sapore, e che, nel suo piccolo, fornisce la descrizione di un’epoca.
Una bomba al Cantagiro
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