Una cosa chiamata neve
- Autore: Yuval Zommer
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Gallucci
- Anno di pubblicazione: 2020
Una cosa chiamata neve (Gallucci, 2020, titolo originale A thing called snow, traduzione di Riccardo Duranti) di Yuval Zommer è un viaggio nella pittoresca stagione invernale e nei suoi animali che la abitano.
“Volpe e leprotto sono nati a primavera, sono cresciuti d’estate e in autunno erano già amici per la pelle”.
L’estate era da poco terminata e il foliage annunciava l’autunno. In una foresta ricca di verde e alberi una volpe e un leprotto vivevano in grande armonia. Tra fiori multicolori alla volpe piaceva spiccare grandi balzi, rotolarsi, saltellare ed era bravissima ad annusare cose molto lontane. Anche al leprotto piaceva rotolarsi, saltellare e spiccare grandi salti ed era bravissimo ad ascoltare cose molto lontane. Poi un giorno, Volpe aveva arricciato il naso e Leprotto aveva drizzato le orecchie. Infatti, entrambi gli animali avevano avvertito che intorno a loro qualcosa stava cambiando.
“Sta per arrivare l’inverno” aveva rivelato l’uccello Rondine di mare dalle piume bianche e nere.
“Io me ne volo a Sud, ma tra poco voi potrete saltellare, spiccare grandi balzi e rotolarvi in questa cosa chiamata neve!”
I due amici cuccioli si chiedevano cosa fosse di preciso questa neve di cui si parlava, ma, prima che Volpe e Leprotto potessero scoprirlo, Rondine di mare era già volata via. Allora gli animali avevano deciso di avventurarsi nella grande foresta per domandarlo a Orso.
“Com’è questa neve?”, gli avevano chiesto. Il grande e saggio orso, dal pelo scuro, aveva risposto:
“La neve è bianca come la vostra pelliccia”.
E così dopo averlo ringraziato Volpe e Leprotto si erano messi alla ricerca di qualcosa di bianco come la loro pelliccia. Al limite del bosco, i due curiosi sodali avevano incontrato Caribù, una renna dalle lunghe corna che stava sbocconcellando qualcosa di bianco in mezzo all’erba.
“Scusa tanto - disse Leprotto - Quella lì è neve?”.
“No, questi sono fiori - aveva risposto Caribù -. La neve è fredda come i vostri nasi”.
Quindi gli animali si erano messi in cerca di qualcosa freddo come i loro nasi, e l’assidua ricerca dei due investigatori così continuava.
Illustrazioni incantevoli e suggestive eseguite dallo stesso autore, il quale ha studiato illustrazione al London’s Royal College of Art, arricchiscono un testo poetico, in cui viene mostrato che anche il freddo inverno può svelare molte bellezze. Inoltre la piacevole narrazione pone l’accento sul valore dell’amicizia e della solidarietà.
“Ciao, neve! Ciao, neve! - si misero a gridare”.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una cosa chiamata neve
Lascia il tuo commento