Vertigo. La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock
- Autore: Enrico Giacovelli
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2023
Un ex poliziotto (James Stewart) affetto da acrofobia per un trauma vissuto durante un inseguimento sui tetti, si trova progressivamente invischiato in una storia d’amore con una donna (l’algida Kim Novak) che avrebbe soltanto dovuto spiare, e che, come se non bastasse, appare “posseduta” dallo spirito di una defunta che le rassomiglia in modo impressionante.
Il tema portante dell’hitchcockiano Vertigo (in italiano La donna che visse due volte, 1958) è riassumibile a grandi linee in questo modo, ma tra pedinamenti, aneliti sentimentali in odor di melodramma, sortite decadenti al cimitero, antiche dimore e ritratti spettrali di eco poeiani, tentativi di suicidio, sfocia in un finale rivelatore di un intrigo inatteso.
Alla Hitchcock: mai come in questo caso, si può dire.
Con Vertigo siamo insomma al cospetto del Maestro del brivido più compiuto e complesso: il film che ne chiude idealmente gli anni cinquanta è un distillato di suggestioni dark – una storia d’amor fou che è anche una detective story che è anche thriller, che è possibile storia di reincarnazione e/o di follia – intessuta di simbolismi tematico-formali (quadri, specchi, righi, cornici) funzionali ai temi del doppio (il doppelgänger abitatore di tanta letteratura gotica) e della vertigine, declinata a partire dal titolo, nelle vertigini di cui soffre il detective, e in maniera ulteriormente metaforica:
- nella vertigine amorosa che coglie i due protagonisti della trama
- nelle volute insondabili dell’inconscio
- persino nella crocchia a spirali con cui si acconcia la Novak, a rappresentare l’enigmaticità del femminile.
Uno degli sconfinamenti funzionali più suggestionanti del saggio di Enrico Giacovelli dedicato al film Vertigo. La donna che visse due volte. Di Alfred Hitchcock, Gremese 2023) riguarda proprio il cinema del doppio (Hitchcock e il cinema del doppio) che apre il lavoro. Un numero consistente di pellicole (Lo studente di Praga, Malombra, Vertigine, L’invasione degli ultracorpi…) delle quali Vertigo è forse la più sfaccettata, e com’è nel tratto del regista inglese, infida e sardonica.
Oltre che al romanzo a cui si ispira (D’entre les morts , Pierre Boileau e Thomas Narcejac, 1954) il film risente infatti degli stilemi climi di un gotico, qui caricato di connotati aggiunti, psicanalitici e thriller.
Come sottolinea Giacovelli in un passaggio della minuziosa dissertazione che fa della pellicola:
Per raccontare questo amore possibile-impossibile e il suo matrimonio inevitabile con la morte, il regista non può che oltrepassare i confini realistici del thriller e ricorrere al fantastico, rinunciando al noir metropolitano in impermeabile grigio, ciò che il film avrebbe potuto essere, e sfiorando l’horror di fantasmi. Non è per lui una novità (…) Il maestro del thriller fu anche, abbiamo visto, un maestro del melodramma. Aggiungiamo che lo fu pure, potenzialmente, del fantastico.
L’autore inquadra opportunamente il “thriller imperfetto”, “pieno di buchi (ma forse sarebbe più esatto dire buchi neri, non tutti involontari”, di Alfred Hitchcock come:
un grande film fantastico, una storia di amore e solitudini, un horror mascherato da melodramma fiammeggiante. Perfino a livello di trama pura e semplice non è forse quel che sembra.
Forte di una competenza cinematografica consolidata negli anni, Giacovelli analizza le tracce formali e contenutistiche della pellicola, divagando funzionalmente, a sostegno di una lettura ulteriore a quella consolidata.
Si spiegano in questo modo i suoi richiami a Marquez, Poe, Pirandello, Wagner, Il mago di Oz, De Palma, David Lynch…
Soprattutto al Fitzgerald del Grande Gatsby, dove il protagonista insegue per un vita – come James Stewart in Vertigo - la “luce verde” in cui si smarrirà.
Con un imponente apparato fotografico a corredo, il saggio scandaglia ancora, scena per scena, anticipi e derivazioni, di un cult movie, efficacemente rinquadrato come crossover (gotico-thriller) di paura e desiderio, amore e morte, ricerca di senso e smarrimento.
Vertigo. La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock
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