L’estate si avvicina, la stagione che permette di allontanarsi dagli oneri della vita e staccare la spina è alle porte. Questi momenti liberi portano sempre con sé riflessioni su come sia meglio sfruttarli, alcuni preferiscono rilassarsi senza spendere energie, rimanere nella propria bolla di comfort per non rischiare di imbattersi in delusioni. È importante però ricordarsi dell’importanza di viaggiare, di cosa può regalarci un’esperienza lontana dalla quotidianità, uscire dalle proprie comodità e incontrare l’altro diverso da noi.
Ad aiutarci in questo sforzo di comprensione ci pensa lo scrittore, poeta e cantautore italiano Gio Evan, nel suo brano dal testo poetico dal forte messaggio motivazionale: “Viaggiate”.
“Viaggiate” di Gio Evan: testo
Viaggiate che sennò poi diventate razzisti
E finite per credere
Che la vostra pelle sia l’unica ad aver ragione
Che la vostra lingua è la più romantica
E che siete stati i primi ad essere i primi
Viaggiate che se non viaggiate
Poi non vi si fortificano i pensieri
Non vi riempite di idee
Vi nascono i sogni con le gambe fragili
E poi finite per credere alle televisioni
E a quelli che inventano nemici
Che calzano a pennello con i vostri incubi
Per farvi vivere di terrore, senza più saluti
Né grazie né prego né si figuri
Viaggiate che viaggiare insegna a dare il buongiorno a tutti
A prescindere da quale sole proveniamo
Viaggiate che viaggiare insegna a dare la buonanotte a tutti
A prescindere dalle tenebre che ci portiamo dentro
Viaggiate che viaggiare insegna a resistere, a non dipendere
Ad accettare gli altri non solo per quello che sono
Ma anche per quello che non potranno mai essere
A conoscere di cosa siamo capaci
A sentirsi parte di una famiglia
Oltre frontiere, oltre confini
Oltre tradizioni e cultura
Viaggiare insegna a essere oltre
Viaggiate che sennò poi finite per credere
Che siete fatti solo per un panorama
E invece dentro di voi
Esistono paesaggi meravigliosi
Ancora da visitare
“Viaggiate”: significato e analisi della canzone di Gio Evan
In questa poesia/canzone, Gio Evan fa un elogio al viaggio. Il viaggio è innanzitutto uno sforzo in direzione contraria ad ogni forma di etnocentrismo, quella viziosa abitudine umana di vedere tutto con i propri occhi, giudicare le altre culture rispetto alla propria, considerare ciò che è diverso dalla propria esperienza come sbagliato o inferiore.
Ciò è rappresentato al meglio nei primi versi del brano, nei quali il cantante ci avverte che rimanendo confinati finiamo per credere
“Che la vostra pelle sia l’unica ad aver ragione
Che la vostra lingua è la più romantica E che siete stati i primi ad essere i primi”.
Continua poi affermando che il viaggio stimola le idee, questo perché l’incontro con l’altro è uno scambio continuo di pensieri divergenti, anche nelle conversazioni più leggere, parlando di cucina o di routine giornaliere, si scoprono approcci diversi alla vita, e proprio quelle diversità stimolano alla riflessione.
Nei versi successivi sembra che Gio Evan faccia riferimento a quanto l’esperienza del viaggio ci renda umili, perché allontanarsi da ciò che si conosce, avventurarsi in territori inesplorati, magari senza sapere la lingua del posto in cui ci si trova, costringe ognuno ad affrontare le proprie difficoltà, conoscere i propri limiti e imparare a collaborare.
Infine la riflessione che conclude la canzone è quella lezione che l’uomo cerca di imparare da troppo tempo, tanto da sembrare ormai retorica nonostante la sua importanza: rendersi conto che non esistono confini o frontiere che reggano, che facciamo parte tutti di un mondo che deve camminare verso gli stessi obiettivi, unirsi condividendo le proprie diversità, rivolti verso i propositi etici universali. Tutto inizia viaggiando.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Viaggiate”: il brano poetico di Gio Evan per allargare la mente
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