Volevo nascere vento
- Autore: Andrea Gentile
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2012
Storia di Rita che sfidò la mafia con Paolo Borsellino
Volevo nascere vento di Andrea Gentile (Mondadori, 2012) è la vicenda vera vissuta da Rita Atria e raccontata in forma di romanzo. Rita nasce nel 1974 a Partanna, un piccolo paese della provincia di Trapani. Sin da piccola respira l’aria di mafia impregnata ovunque, in casa e fuori. Il padre, Vito, conosciuto da tutti come il "dottore" ne è un esponente di spicco, un uomo d’onore vecchio stampo davanti al quale tutti si inchinano o chiedono favori, fino a quando Cosa Nostra non lo uccide. Siamo all’inizio dell’era dei corleonesi, quelli che mirano ai vertici dell’organizzazione, alla conquista del potere, al mercato della droga, al movimento di enormi flussi di denaro. Si punta, quindi, al salto di qualità del crimine: moltiplicazione del volume degli affari e maggior radicamento nelle stanze del potere politico a qualsiasi livello. E tutto questo al prezzo di tanto sangue da spargere.
Morto il padre, la ragazza si attacca sempre più al fratello Nicola e a sua moglie Piera. Dal fratello apprende le confidenze e i segreti sugli intrighi mafiosi. Nicola ha intenzione di vendicare l’uccisione del padre, ma i corleonesi sono troppo potenti per lui e ben presto viene anch’egli eliminato in un agguato.
Piera, allora, vincendo la paura decide di collaborare con la giustizia: accetta il regime di protezione dello Stato e lascia definitivamente Partanna. Anche Rita, diventata ormai quasi maggiorenne, segue l’esempio di sua cognata e racconta alla polizia tutto quello che ha appreso su fatti, persone, omicidi: con sé porta un diario in cui per anni ha registrato minuziosamente nomi e accadimenti di quel mondo per cui prova repulsione. Le sue deposizioni vengono raccolte da Paolo Borsellino con il quale instaura un rapporto confidenziale, diventando col tempo per lei quasi uno zio, anzi un secondo padre.
Questa scelta di vita porterà Rita e Piera a trasferirsi insieme a Roma, in incognito, sotto copertura della polizia per evitare ritorsioni.
Ma il mostro - cosi Andrea Gentile definisce la mafia nel suo libro - non si ferma davanti a niente: il 19 luglio 1992, in via D’Amelio a Palermo, Paolo Borsellino viene dilaniato da un’autobomba insieme con tutta la scorta.
Questo, per la giovane Rita, è un colpo forte, il crollo di tutte le sue speranze in una vita nuova, pulita, onesta, libera da ogni condizionamento e dalla paura. Una settimana dopo l’attentato, la giovane decide di risolvere tutto con un inatteso e tragico gesto.
Rita Atria rappresenta da vent’anni una giovanissima icona per coloro che trovano la forza di ribellarsi all’oppressione, al sopruso, alla violenza della mafia. Una piccola eroina che provò a scardinare il costume omertoso, l’indifferenza, la connivenza dell’ambiente in cui era vissuta, nella speranza di poter aspirare a un futuro migliore. Una ragazza semplice, acqua e sapone, un’adolescente dal carattere forte che affrontò con un coraggio straordinario qualcosa di molto più grande di lei e assai pericoloso. In Volevo nascere vento la figura di Rita suscita, proprio per questo, tanta ammirazione ma anche tenerezza per la sua giovane età.
L’approccio romanzato scelto dall’autore non toglie nulla alla drammaticità e veridicità della storia, scritta con stile avvincente e da leggere in un pomeriggio.
Ricordiamo al riguardo anche lo splendido ed emozionante film per la regia di Marco Amenta, dal titolo La siciliana ribelle , uscito nel 2007, dove la protagonista è interpretata dalla sorprendente e bravissima Veronica D’Agostino. Il film e questo libro sono, a mio giudizio, da non perdere.
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