

Wild swimming
- Autore: Giorgia Tolfo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2025
Si possono trovare risposte alle sfide che ci pone quotidianamente la vita nei romanzi che leggiamo? Dipende forse da come consideriamo la letteratura; se è un modo per decodificare la vita con le sue incertezze e i suoi inganni la risposta è affermativa, da utilizzare come una bussola in mare aperto.
L’esordio di Giorgia Tolfo va in questa direzione. Il titolo è Wild swimming, uscito a gennaio per i tipi di Bompiani e presentato da Laura Pugno per il Premio Strega 2025.
La protagonista e voce narrante, che condivide con l’autrice il nome, le origini venete e la formazione accademica umanistica, è una giovane donna queer. Per trovare migliori opportunità lavorative dopo il dottorato a Bologna e il lavoro precario in editoria decide, insieme alla compagna di quel momento, Agata, di partire per Londra.
Il fatto di aver studiato non sempre rende le cose più semplici. Giorgia svolge attività di ricerca per biblioteche e archivi; è interessata al legame fra trauma e scrittura e apprende che cercare di mettere qualcosa di traumatico in parole è un fallimento. Dunque, trovare le parole giuste è per lei fondamentale perché le rende più accettabili. I suoi libri preferiti sono sempre lì, ad aiutarla, le vengono in soccorso in ogni situazione, sebbene la realtà sia in agguato. Attraverso citazioni o personaggi provenienti da Mrs Dalloway di Virginia Woolf, da Real Estate o Swimming Home di Deborah Levy o ancora da Annie Ernaux e D.H. Lawrence (ce ne sono anche altri e non mancano i rimandi cinematografici e musicali) intravede delle possibili risposte che conducono a qualcosa di metafisico:
quello che cerco di fare nel tentare di mappare un percorso verso “casa” attraverso un sistema di coordinate personali – non punti d’acqua, ma incontri – è prima di tutto esplorare la terza sostanza misteriosa di cui è composta la vita oltre alla realtà e al desiderio.
Queste due ultime parole sono significative, insieme a “identità”, per la lettura e la comprensione di Wild swimming, sintetizzate in copertina nella definizione di Claudia Durastanti:
più che un’educazione sentimentale, un’immaginazione sentimentale.
La mamma e la nonna sono i primi riferimenti femminili di Giorgia e ne sente la mancanza nella nuova esistenza all’estero. Tuttavia sa che sono dei porti sicuri, le danno forza, ci sono senza esserci. Anche le amiche, passate e presenti, le danno forza, in un processo mentale e fisico in cui amore e amicizia convergono. Arriva la pandemia, la Brexit, il desiderio di acquistare un appartamento nella metropoli inglese, ma è per paradosso lo sradicamento a permetterle di ampliare gli orizzonti.
L’unico modo per tornare indietro è accettare di andare avanti.
Per quanto riguarda la trama principale, Giorgia, iscritta a un’app di incontri per conoscere nuove persone da ascoltare e a cui parlare senza filtri, conosce J., una donna che vive col compagno in una relazione non monogama. La vicenda personale che J. le svela poco a poco è raccontata da Giorgia nel modo in cui J. gliela riferisce, o forse non sarà mai così. Non potrà mai essere così, proprio per la fallibilità delle parole e messa in atto ora con l’artificio della scrittura.
Non so se posso scrivere il resto della storia. Non so se stia a me. Forse dovrebbe essere J. a farlo, se volesse. È la sua storia in fondo – che diritto ho di raccontarla io? Come posso essere sicura di rispettarla quando ri-raccontandola inevitabilmente la altererò? Ma in un certo senso questa storia è diventata anche un po’ mia.
Il titolo del volume allude a quello strappo, a quella sospensione in cui si trova Giorgia fra due lingue, e Wild Swimming, ovvero nuoto selvaggio – una pratica diffusa in Gran Bretagna in acque libere di fiume o laghi – ha un forte valore simbolico di scoperta e riscoperta, innanzitutto di se stessa.
La scrittura di Giorgia Tolfo è raffinata, colta, dove ogni accezione è importante e la cura dei dettagli una naturale conseguenza. La presenza di numerose incursioni di tipo saggistico non fanno rientrare il testo in un genere ben definito: c’è autofiction, c’è no fiction. Una caratteristica che sembra essere coerente e funzionale alla stessa narrazione, quasi a sottolineare l’assenza di etichette o categorie prestabilite. D’altronde, non poteva che essere così per un libro che, come ammette lei stessa in una postilla finale, è nato immerso nella letteratura.

Wild swimming
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Wild swimming
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