Yoga e kleśa. Le afflizioni mentali e il metodo yoga che rimuove la sofferenza negli Yogasūtra di Patañjali e nella Filosofia Classica Indiana
- Autore: Cristiana Biogli e Sergio Busi
- Genere: Autostima, motivazione e pensiero positivo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2020
"Le afflizioni mentali e il metodo yoga che rimuove la sofferenza negli Yogasūtra di Patañjali e nella filosofia classica indiana", così specifica il sottotitolo di copertina di un libro in cui all’inizio si afferma come la mente è l’artefice principale della felicità e insieme della sofferenza, e che questa è una buona notizia perché si può trasformarla.
Nel saggio Yoga e kleśa. Le afflizioni mentali e il metodo yoga che rimuove la sofferenza negli Yogasūtra di Patañjali e nella Filosofia Classica Indiana di Cristiana Biogli e Sergio Busi (Mimesis, 2020), si affronta il tema dello Yoga come esplicitato negli Yogasūtra di Patañjali, un testo cardine nella comunità dei praticanti e degli studiosi di questa disciplina che viene trattata attraverso una lente particolare che è “la teoria dei Klesa”, una parola sanscrita, legata al buddismo, che significa afflizione.
L’oggetto principale del libro è la nostra mente, per comprenderne i meccanismi di funzionamento e per svelare come questi, ordinariamente usati per conoscere il mondo e la realtà, sono in sé carichi di afflizioni e producono la sofferenza.
Il punto di partenza degli Yogasūtra di Patañjali è quello di volere esplicitare come gli esseri umani portino dentro se stessi una sofferenza collegata ai meccanismi ordinari e abitudinari con cui la mente percepisce la realtà. Il libro si sofferma su questo aspetto nel tentativo di chiarire cos’è la mente nel mondo nella filosofia dello Yoga.
La mente come un gioiello trasparente, che riflette gli stimoli con cui entra in contatto attraverso il filtro dei sensi. La mente ordinaria e abitudinaria, nel momento in cui entra in contatto con la realtà conosce il mondo in maniera viziata, come distorta. È questa la prima afflizione, la prima “ignoranza” per cui il modo di conoscere la realtà la fa percepire in modo alterata da un senso esasperato dell’io, che produce un’altra afflizione. Il senso dell’io costruisce un mondo nevrotico, inquieto oscillando ed entrando in contatto con la realtà solamente secondo i canoni del piacere e non piacere, con attaccamento al piacere e repulsione verso ciò che non piace, ciò che genera dolore e sofferenza.
Seppure contenga termini sanscriti di non facilissima comprensione, il saggio raggiunge lo scopo di rendere edotto un vasto pubblico sui testi principali della filosofia dello Yoga e sulla maniera di percepire la realtà, sgretolando le sovrastrutture che riempiono la nostra mente.
Lo Yoga come metodo di introspezione meditativa opera sulla mente per andare oltre la mente abitudinaria, superando la sofferenza; un altro modo di conoscere la realtà attraverso la meditazione, conoscenza diretta che destruttura il passato. Lo Yoga, prescindendo da tecniche posturali e di respirazione, come pratica meditativa che fa essere felici e consente di vivere in pace.
Yoga e klesa. Le afflizioni mentali e il metodo yoga che rimuove la sofferenza. Negli Yogasutra di Patañjali e nella filosofia classica indiana
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