ZeroSei di Settimio Marcelli

Settimio Marcelli, nato a Roma nel 1956, è insegnante di Storia e Filosofia. Studioso della comunicazione, ha collaborato a lungo con l’Ufficio Studi della Rai, pubblicando volumi come Scripta Volant.
Viaggio nel Televideo della Rai; Il Gran Simpatico, Telematica, Nuovi Media, Multimedialità. Attualmente collabora con la Fondazione Censis, in particolare è tra i responsabili, fin dal 2001, del Rapporto annuale sulla comunicazione in Italia, arrivato nel 2023 alla diciannovesima edizione.
Tra le pubblicazioni recenti: La Ragnatela di Babele. Pensieri per l’era digitale; e tre romanzi: Le Rose di Babel, Aziz. Marinaio Metropolitano e Le Sette Lune di Eloisa.
Ora torna in libreria con un romanzo intitolato ZeroSei, pubblicato da Armando Editore. Un libro inusuale, ricco di pathos e colto quanto basta.
Racconta la storia di vita del protagonista, che parla in prima persona per tutta la durata del romanzo, e si chiama ZeroSei. In realtà questo non è proprio il suo nome: ma gli deriva e lui lo usa con forza e determinazione, dal rimprovero che il padre gli rivolgeva da tenera età, che sarà destinato a caratterizzarlo per tutta la vita.
Appunto:

“Zero Sei!”.

Sul significato di tale asserzione c’è poco da dire.
Ciò su cui riflette il protagonista ha una eccezione particolare e curiosa: lui parla con la signora che impugna la falce e il martello, ovvero la Morte.
La Morte personificata è, infatti:

“La raffigurazione più diffusa nell’immaginario collettivo è quella di uno scheletro che brandisce una falce, a volte vestito da un saio nero o una tunica. La falce e il martello è un simbolo politico del movimento operaio. Nella simbologia socialista la falce rappresenta i contadini, e il martello gli operai.”

Lui ha una vita particolare e molto movimentata. Ora sta, forse, per morire, e come si dice, la sua vita gli sta passando davanti agli occhi. Ma la morte, benigna e sbeffeggiante, lo tiene in pugno e lo sprona a raccontarsi, dall’inizio alla fine. Così forse non morrà oppure no? Quello che è certo che deve tenere desta la Signora Morte e non farla mai arrabbiare. In caso contrario, che accadrà?
ZeroSei è il racconto di vita di un uomo che sta subendo un’aggressione, qualcuno gli sta puntando contro una pistola, e sta per premere il grilletto. A lui non resta che:

“Ingaggiare un corpo a corpo con la morte, che lo conosce bene”.

La Morte ha con lui un rapporto quasi amicale, di certo lo deride. Lo conosce molto bene e sa con chi ha a che fare. Con uno che sin da bambino combina guai, da adulto prende in giro le donne, le usa senza mai amarle mai. Forse solo con una, non lo fa. Ma è tutto da stabilire e la morte non è molto d’accordo. Per poi passare alla sua carriera, per così dire, di attivista politico negli anni Settanta, e poi con:

“La fine delle illusioni, la droga, sfrutta le prostituzioni, organizza truffe e imbrogli.”

C’è forse un pentimento in una vita così al limite? Che accadrà al giovane protagonista? Perderà la lotta e morirà? Oppure si salverà?
Il colloquio con la Morte gode di un fascino speciale, perché lei è diversa, lei sa. E allora?

“Io posso permettermi tutto. Se tu che non puoi permetterti di mentire di fronte a me. Ti faccio raccontare bugie perché mi diverte. Ma non illuderti. Non mi freghi. Perché lo so. Altro che immagine della donna angelicata. (…) È il tuo pensiero. Poi si mischiano il mare e l’ultimo tango. Crei il tuo film. Con il sax di Gato Barbieri in sottofondo.”

Un romanzo apocalittico, surreale, ma denso di significato e di parole recondite, tutte da analizzare.
Una bella lettura, intensa e filosofica, condotta con mano esperta da un autore, che è perfettamente a conosceva della vita umana nei suoi svariati aspetti.
Una lettura accattivante, per chi vuole avventurarsi in un dialogo surreale, ma profondo, nelle asperità dell’animo umano. Forse anche per chi vuole imparare a essere migliore, perché fino all’ultimo esiste la possibilità di redenzione e di mutamento. O no?