Il mese di agosto nelle parole del poeta spagnolo Federico García Lorca si trasforma in una sinestesia di sapori, odori, gusti che si sciolgono sul palato al pari del succo di un frutto maturo.
Per descrivere il mese più caldo dell’estate il poeta decide di stuzzicare le papille gustative del lettore, facendogli assaporare agosto al pari di uno sciroppo di pesca e zucchero. Questo mese segna il passaggio dell’estate, la stagione del fulgore per eccellenza, all’autunno, periodo del languore e della decadenza. Attraverso le immagini evocate dalla poesia, García Lorca esprime l’inequivocabile cambiamento temporale che agosto rappresenta, facendo volgere l’estate al termine.
Scopriamo testo, analisi e commento della lirica Agosto, contenuta nella celebre raccolta Canciones (1921-1924) del poeta spagnolo.
Agosto di Federico García Lorca: testo
Agosto.
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.
Agosto di Federico García Lorca: testo originale spagnolo
Agosto.
Contraponientes
de melocotón y azúcar,
y el sol dentro de la tarde,
como el hueso en una fruta.La panocha guarda intacta
su risa amarilla y dura.Agosto.
Los niños comen
pan moreno y rica luna.
Agosto di Federico García Lorca: analisi e commento
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Ogni parola è materica nella poesia di Federico García Lorca: ha un peso e un sapore preciso. Al principio della lirica il poeta fa riferimento alla pesca e allo zucchero che si mescolano in un tramonto infuocato.
La pesca, frutto dolce per eccellenza, e lo zucchero appaiono divisi tra loro, come se García Lorca volesse suggerire che la dolcezza è transitoria. La pesca potrebbe presto marcire, e perdere così la sua proverbiale nota dolce, motivo per cui è importante gustarla subito, adesso, nel fulgore del mese di agosto.
Il sole alto nello splendore del pomeriggio viene paragonato al nocciolo intatto di un frutto: è una metafora che suggerisce l’immagine più evocativa del mese di agosto, l’estate piena, splendente, che giunge al suo culmine, appena prima del calare della sera che preannuncia l’inevitabile arrivo dell’autunno.
Nella strofa successiva agosto viene paragonato a una pannocchia, un’altra cibaria che rimanda allo stesso colore giallo del sole alto del meriggio. La pannocchia viene personificata, si trasforma in una umana risata leggiadra quando il poeta dice che essa “mantiene intatta la sua dura risata gialla”: vi è tuttavia in questo riso spensierato una sfumatura più cupa, espressa dall’aggettivo “dura”, che sembra far riferimento alla durezza dei singoli chicchi, ma anche a quell’ombra di malinconia in grado di offuscare il mese di agosto rammentando la fine dell’estate.
Ritorna infine il mese di agosto, nominato nell’ultima strofa come a enfatizzare il ritornello di chiusura del canto. La conclusione sembra rimarcare il riferimento alla temporalità.
I bambini mangiano ora pane scuro e luna saporita. Nella semantica dell’oscurità si rafforza l’idea della notte ormai incipiente. Il sole è calato e anche l’estate sta volgendo al termine con lo scadere del suo ultimo mese. La luna nel cielo è ancora ricca, piena, ed emana una luce invitante che i bambini gustano con piacere - non è certamente un caso che siano proprio i più piccoli, nella poesia di García Lorca, a mangiare la luna: anche l’infanzia è una stagione transitoria e dunque destinata a finire e trascorrere, proprio come l’estate cede il passo all’autunno.
Il mese di agosto si ammanta quindi di una sfumatura malinconica, la sua luce possente e incandescente appare attraversata da numerose ombre. È il mese dell’estate per eccellenza, eppure contiene dentro di sé il primo sentore dell’autunno, lo spirare di un vento di cambiamento che preannuncia il ritorno dell’inverno. Per esprimere l’ineluttabilità di questo passaggio Federico García Lorca si serve della semantica del cibo trasformandolo in arte. Il sapore di agosto è dolceamaro, motivo per cui questo mese va divorato in fretta per impedire di sentire quella nota di amarezza che da sempre lo accompagna come un presagio. Dietro l’angolo c’è già l’uva nera di settembre.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Agosto”, la poesia gustativa di Federico García Lorca
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