Se avessi una piccola casa mia
- Autore: Paola Bassani
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2016
In occasione del centenario della nascita dell’autore de “Il giardino dei Finzi-Contini”, La nave di Teseo nella collana Le Onde edita “Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia” (2016, a cura di Massimo Raffaeli) di Paola Bassani, storica dell’arte e Presidente della Fondazione Bassani.
Giorgio Bassani (Bologna, 4 marzo 1916 - Roma, 13 aprile 2000) uno degli scrittori più importanti del Novecento, rivive attraverso i ricordi della figlia in un libro corredato da un inserto iconografico con fotografie inedite dall’archivio di famiglia e lettere autografe. Paola Bassani Pacht, figlia di Giorgio Bassani e Valeria Sinigallia, si è laureata in Storia dell’Arte presso l’Università di Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca a Parigi, presso la Sorbona. Autrice di studi e mostre dedicate all’arte figurativa del Seicento in Francia e in Italia, ha insegnato presso le Università di Tours e di Rennes. Ora dirige la rivista internazionale ArtItalies e presiede l’Association des Historiens de l’Art italien. L’autrice vive tra Parigi, Roma e Ferrara e, per il suo impegno nella valorizzazione delle relazioni culturali fra Italia e Francia, nel 2015 è stata insignita dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine della Stella d’Italia.
Partendo da una citazione di una lettera datata 1946 di Bassani alla moglie: “Se avessi una piccola casa mia”, Paola Bassani compone con una scrittura elegante e precisa il romanzo della vita di un uomo, di un narratore, insegnante, giornalista, sportivo, politico, sceneggiatore ma soprattutto di un padre tanto imponente quanto amato, marito e uomo passionale.
“Io quando penso a Ferrara, a mio padre, non penso tanto alla casa di via Cisterna del Follo 1, ma penso, perché è il ricordo più antico, a quello che ha impresso il segno più profondo nella mia immaginazione di bambina, alla casa del nonno Cesare (Cesare Minerbi, nonno materno di mio padre) che si trovava - ora non c’è più, è stata abbattuta - vicino alle mura, in via della Ghiara”.
Inizia così il libro dei ricordi dell’autrice, memoria familiare del romanziere ferrarese, impreziosito dall’evocativa fotografia in bianco e nero della copertina che ritrae Bassani con la moglie Valeria. Vita e letteratura, romanzo e realtà s’intrecciano lungo il flusso della narrazione partendo dalle proprie origini ebraiche.
“Ho sempre avvertito intorno a me i segni o i ricordi della persecuzione”.
Molti parenti di Giorgio e Valeria erano stati deportati seguendo il tragico destino dei Finzi-Contini. Bassani raccontava poco di com’erano andate le cose durante la guerra, forse perché si sentiva un po’ al di fuori del mondo strettamente ebraico, infatti il grande scrittore si considerava soprattutto un intellettuale e un letterato italiano, pure se di radici semite. Paola precisa che il padre a Ferrara era mal sopportato, in quanto percepito come un ebreo diverso dagli altri. Non gli veniva perdonato di avere ricordato, nel corso di tutta la sua opera, che la borghesia ebraica per molti anni aveva creduto nel fascismo, alla pari di tutta quanta la borghesia italiana. Inoltre aveva intimamente aderito alla politica di Mussolini fino a ricredersi, di colpo e con sgomento, nel 1938, quando furono emanate le leggi razziali.
C’è tanta Ferrara tra le pagine del volume, ecco Corso Ercole I d’Este, il celebre giardino descritto nel romanzo capolavoro di Bassani, via Cisterna del Follo 1, le Mura degli Angeli, la Fossa del Castello, ecc... Allo stesso modo il lettore trova il mondo culturale di allora composto di personalità del calibro di Roberto Longhi, Mario Soldati, Attilio Bertolucci, Cesare Garboli, Pier Paolo Pasolini, Pietro Citati, Natalia Ginzburg e Carlo Levi. Giorgio Bassani il quale amava piacere, che “era simpatico e insieme era un diavolo”, che adorava giocare a tennis, vanitoso e quindi molto attento al suo aspetto fisico. Giorgio Bassani, che sapeva e lo aveva anche scritto
“che la sua letteratura era superiore alla sua persona umana, come succede a tutti, per i limiti che essa comporta”.
Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia
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