Un ballo soltanto e vado via
- Autore: Costanza Previtali
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Un romanzo a più voci, scandito da brani di canzoni che aprono ogni capitolo: questa la struttura che la scrittrice esordiente Costanza Previtali ha dato al suo libro, un giallo che vede come protagonista l’avvocato romano quarantenne Giovanni Speranza, dalla vita sentimentale a dir poco turbolenta, abiti stazzonati e All Star logore, erede di una bella casa nell’appartato quartiere romano dell’Aventino dopo che i genitori si sono ritirati in una accogliente casa in Maremma; il padre finalmente cucina piatti appetitosi che turisti raffinati si fermano a gustare, lasciando il suo studio di avvocato, pieno di libri e di storia al figlio.
La vicenda narrata inizia proprio nella calda casa paterna, con giardinetto pieno di rose, che ad aprile stanno giusto sbocciando; Giovanni dalla torretta dello studio si accorge che una elegante donna bionda, vestita di rosso, sta rovistando nel cassonetto dei rifiuti; di lì a poco, scendendo in strada, Giovanni si accorge che la donna viene strattonata e caricata a forza su un enorme SUV nero, da un uomo che parla una lingua sconosciuta.
Le sorprese però non sono finite: dal cassonetto un debole guaito è il segnale che c’è un cane, ferito e abbandonato. Il cucciolo con la pancia squarciata viene ripescato da Giovanni, curato, chiamato Rivolta e da qui parte la storia che definire “rocambolesca” è poco dire. La donna in rosso viene ripescata nel Tevere orrendamente mutilata, Giovanni stesso sarà indagato come testimone per via del cane ritrovato: la pancia ricucita è una caratteristica di molti altri animali, che hanno insospettito la polizia che inizia una lunga e complicata indagine. Ma nel romanzo parlano in prima persona anche gli altri personaggi: la bella e sfuggente Carlotta, ereditiera parigina di una importante casa farmaceutica che Giovanni aveva sposato, anche se poi lei lo aveva abbandonato, per rientrare nel suo ambiente di ricchezza e vizio, lasciandolo solo e disperato. Giulia, la giovane italiana che, ricercatrice nella azienda di Carlotta, si era innamorata di Giovanni ed ora è prigioniera di una situazione drammatica più grande di lei, divenuta madre di una bambina che è costretta ad abbandonare, per non coinvolgerla nel suo destino che appare segnato da una fine probabile ed imminente. C’è poi Pierre, un ragazzino tredicenne, orfano, che avrà una parte importante nella storia e ancora capitoli intitolati Altrove dove la narrazione passa alla terza persona e ci permette di spostarci nel tempo e nello spazio, da Roma a Parigi e, poi, nella silenziosa Maremma toscana o nel Roussillon, nel sud della Francia, odoroso di lavanda e rosmarino.
Nel romanzo di Costanza Previtali un grande spazio è riservato alla musica; la scrittrice sceglie accuratamente brani musicali che precedono significativamente i vari capitoli del libro: le citazioni sono in lingua originale, per cui si susseguono ai musicisti di lingua inglese, David Bowie, Depeche Mode, Lou Reed, Afterhours, Leonard Cohen, Pearl Jam, Eddie Vedder, solo per citare i più noti, gli autori italiani di culto, De Gregori, Battiato, De Andrè, Fossati, Vasco Rossi. Ma le citazioni di cui è disseminato il romanzo non finiscono qui: “Uomini e no” di Elio Vittorini, una poesia di Alda Merini, un aforisma di Oscar Wilde, un romanzo di Romana Petri sul comodino, il ricordo della paura scatenata da Edgar Allan Poe, letto nell’infanzia da Giovanni. Insomma nel sottotesto del giallo, così di moda e gradito ai lettori odierni, l’autrice pone le sue passioni culturali, letterarie e musicali, i suoi gusti, le sue scelte di luoghi e ambienti, di cibi e abiti. La pacchianeria dell’arredo della suite dell’Excelsior a via Veneto contrapposta al decoro dello studio notarile in un bel palazzo di Prati, con il soffitto affrescato; la sobrietà del Buen retiro dove i genitori di Giovanni si sono stabiliti in contrasto con la ricchezza eccessiva della casa di Carlotta a Parigi; Roma tuttavia resta al centro della narrazione, la città amata e descritta dalla scrittrice con le parole della fascinosa Carlotta
“Via Veneto si snodava ai miei piedi e l’aria tiepida che proveniva dalla vicinissima Villa Borghese, odorava di primavera. Roma con i suoi colori caldi, il fascino elegante delle strade del centro e la sorprendente coesistenza di antico e moderno, mi avevano sempre affascinata. Era sempre stata, per me, la città dell’amore… Volsi lo sguardo alla cupola che faceva preziosa confezione alla piccola piscina privata”.
Personaggi credibili e ben disegnati, un linguaggio ricco, mai sciatto, sempre sorvegliato, una notevole capacità di muoversi avanti e indietro nel tempo, una ricca antologia musicale del tutto originale, una coinvolgente storia d’amore, conferiscono a questo romanzo una qualità che supera quella del genere, il giallo, a cui i lettori italiani si sono molto, forse troppo appassionati. Una bella sorpresa.
Un ballo soltanto e vado via
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