La lingua italiana offre moltissime occasioni per giocare con le sue parole e le figure retoriche ne sono una dimostrazione lampante. Senza bisogno di chiamare in causa gli strumenti poetici, comunque, è possibile scoprire numerose stranezze anche semplicemente aprendo un dizionario. Questo è il caso dell’enantiosemia, un fenomeno che riguarda alcune parole del nostro meraviglioso idioma.
L’enantiosemia: che cos’è?
La parola enantiosemia deriva dal greco antico enantíos, contrario, e sema, segno, e identifica una parola (ma a volte anche un’intera espressione) che possiede contemporaneamente un significato ma anche il suo opposto. L’enantiosemia rientra tra le forme di polisemia, cioè quelle occasioni in cui un vocabolo possiede diversi significati o è soggetto a diverse interpretazioni, come per esempio la parola albero che può identificare contemporaneamente la pianta, l’asta che regge le vele delle navi o lo schema in cui inserire i rapporti genealogici di una persona.
L’enantiosemia è allora una forma particolare di polisemia, perché i diversi significati sono uno l’opposto dell’altro. Pare che il primo a usare questo termine sia stato nel XVII secolo l’orientalista e teologo inglese Edward Pococke, che identificava come enantiósema una parola dall’ebraico, aramaico o arabo che possedeva significati opposti. Da questo deduciamo che l’enantiosemia non è un fenomeno esclusivo della lingua italiana, ma è comune a molte altre lingue: non per questo però risulta meno curioso e strano!
Alcuni esempi di enantiosemia
Sebbene non ce ne rendiamo conto, a rientrare nell’enantiosemia sono moltissime parole di uso comune. Ve ne indichiamo alcune con degli esempi: vi basterà riflettere un attimo e rendervi conto, con una risata, quanto è strana la lingua italiana!
- avanti: significa sia prima (il giorno avanti è ieri) che poi (come nell’espressione d’ora in avanti)
- spolverare: è un’azione che riguarda sia il togliere la polvere da una superficie (come quando si fanno le pulizie di primavera) che il mettere una polvere sopra qualcosa (su una torta, infatti, si spolvera lo zucchero a velo)
- ospite: è sia colui che ospita che colui che viene ospitato
- affittare: si usa quando si dà qualcosa in affitto (e userà il verbo il proprietario di casa) o quando si prende in affitto qualcosa (in questo caso sarà l’inquilino ad aver affittato una casa)
- tirare: è contemporaneamente l’atto di lanciare qualcosa lontano che quello di avvicinarla (come quando tiriamo la coperta verso di noi se abbiamo freddo)
- feriale: è l’aggettivo relativo ai giorni lavorativi ma anche al periodo delle ferie, quando cioè non si lavora
- sbarrare: può significare chiudere (una porta, per esempio) e aprire (quando si sgranano gli occhi)
- pauroso: è sia chi incute paura che chi prova paura (un castello è pauroso così come è pauroso il bambino che passa davanti al castello)
Ora che è più chiaro il significato della parola enantiosemia, potrebbe essere divertente continuare a trovare altre parole che possono così essere definite: un bel rompicapo, ma certamente un modo del tutto originale di giocare con il nostro prezioso patrimonio linguistico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Enantiosemia: quali sono le parole che hanno contemporaneamente significato opposto
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Mi sembra un falso problema. Basta restringere l’ analisi al solo significato del termine , prescindendo dal contesto della frase. All’ interno poi della frase stessa, si procede in una direzione o verso il suo opposto; è quindi nelle frasi antitetiche per significato la vera enantiosemia.