L’avete trovata nell’oggetto dell’ultima email ricevuta? O forse su uno dei tanti fogli lasciati sulla scrivania? Errata corrige è un’espressione ricorrente ed è per questo che può essere utile conoscere il significato e quando si usa.
Partendo dall’etimologia della parola ci accorgiamo che la locuzione ha origini latine: è nata, infatti, tra le retrovie di un latino tecnico, quello utilizzato un tempo dai tipografi e da coloro che operavano nel campo della scrittura e della stampa.
Il suo significato letterale suona come "correggi", da "corrige", che è la forma imperativa del verbo, "le cose errate", ovvero gli errori dove "errata" è in realtà neutro e plurale.
Secondo il dizionario Treccani in italiano la locuzione è maschile, pertanto è corretto scrivere un errata corrige e non un’errata corrige. Quanto invece alle modalità di scrittura le versione negli anni sono state tante e diverse. Mentre oggi si utilizza maggiormente la versione senza il trattino, errata corrige, è possibile incontrare anche errata-corrige scritto in questo modo.
Fatte alcune precisazioni vediamo nel dettaglio quando si usa e qualcosa in più sulla storia di questa locuzione ampiamente diffusa ancora oggi.
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Quando si usa errata corrige
Ripercorrendo la storia di errata corrige è più semplice capire quando si usa e in quali contesti è facile trovarla. La locuzione, che nasce proprio tra gli addetti ai lavori, segnala la presenza di refusi in un testo scritto che solitamente non possono essere corretti in quanto all’interno di una versione definitiva del documento.
La presenza di errori generalmente viene diffusa in modi specifici a seconda del mezzo di comunicazione utilizzato per veicolare il testo.
Per quanto riguarda i libri, se il manuale presenta errori una volta stampato, è possibile trovare la segnalazione dopo l’indice o in foglio separato posto all’inizio o alla fine del volume. Al contrario riviste e quotidiani sono soliti emettere un avviso sul numero successivo, mentre nei comunicati o messaggi in bacheca non si sotituisce mai il foglio originale per evitare che passi inosservato. Al contrario si tende a mettere ben in evidenza la comunicazione esatta con un nuovo foglio adiacente la precedente.
Inoltre, con molta probabilità non tutti sanno che per indicare la presenza di errori si utilizzava, e spesso ancora oggi si utilizza, anche la forma contratta "errata".
In realtà a comparire prima è proprio quest’ultima: erratacorrige, scritta senza spazi, appare per la prima volta nel 1750 mentre errata già nel 1655. A fine Settecento, invece, si trovano tracce di errata corrige così come lo scriviamo oggi.
Il modo in cui utilizzavano questa espressione tipografi e stampatori è assai interessante: disposte su due liste venivano trascritte le parole da correggere e le relative correzioni. Le intestazioni permettevano di distinguere facilmente le une delle altre. Sotto "errata" vi erano, infatti, i termini sbagliati mentre sotto "corrige" era possibile individuare la soluzione.
Se nel passato l’utilizzo di errata corrige era strettamente legato al mondo della carta stampata e dei libri, oggi è non più così. Errata corrige si utilizza spesso per indicare, ad esempio, che l’email ricevuta in precedenza contiene degli errori e che la versione da tenere in considerazione è quella, appunto, contrassegnata dalla locuzione.
Da un’espressione per addetti ai lavori è diventata di uso comune pur mantenedo lo stesso significato. Attenti però a non sbagliare la pronuncia: se volete essere fedeli alla lingua madre dovete dire "còrrige" in quanto si tratta di un composto (Cum + rego = còrrigo).
Per chi non ha studiato latino il discorso può risultare un po’ complesso, ma la parola segue alcune regole di base fondamentali. Ad esempio la regola dell’accentazione latina, detta anche della penultima: l’accento tonico, quindi, cade sulla terzultima sillaba ed è per questo che dovremmo dire "còrrige".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Errata corrige: significato e quando si usa
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