Nutrimenti nella collana “Greenwich” pubblica Gli spostati (2021, titolo originale The Misfits, traduzione di Nicola Manuppelli, pp. 160) di Arthur Miller (New York, 17 ottobre 1915 - Roxbury 10 febbraio 2005), racconto scritto dal drammaturgo, scrittore, giornalista e sceneggiatore statunitense e apparso per la prima volta nell’ottobre del 1957 sulla rivista “Esquire”, concepito per il grande schermo, e dal quale è stato tratto il film omonimo diretto nel 1961 da John Houston, protagonisti Marilyn Monroe, Clarke Gable e Montgomery Clift.
“C’è un arco in acciaio lungo la Main Street con un’insegna al neon che recita: benvenuti a Reno, la più grande piccola città del mondo. È una cittadina tranquilla. Dal parabrezza riusciamo a vedere quasi fino alla fine della via, a una decina di isolati di distanza”.
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Gli spostati, a sessant’anni dall’uscita del film, resta un classico del cinema americano, la cui sceneggiatura, dono d’amore per San Valentino di Miller per l’allora sua moglie Marilyn Monroe, pseudonimo di Norma Jeane Mortenson Baker (Los Angeles, 1º giugno 1926 - Los Angeles, 5 agosto 1962), contiene un ruolo concepito appositamente per l’attrice.
Negli spazi sconfinati del Nevada, la bella e ingenua Roslyn Taber, da poco divorziata, si innamora di Gay Langland, un cowboy (Clark Gable nella sua ultima interpretazione), lasciandosi affascinare dal mondo di quest’uomo più grande di lei. Tra rodei, alcol e risse nei bar, si arriva alla memorabile e drammatica scena finale.
Sulla storia d’amore tra Miller e Monroe sono stati scritti fiumi d’inchiostro: una relazione tormentata quella tra lo scrittore e l’attrice più desiderata dagli uomini dell’intero pianeta. Una donna bisognosa d’affetto e di attenzioni, che in fondo al cuore detestava essere considerata dagli uomini solo come oggetto di desiderio sessuale. Miller e Monroe si sposarono il 29 giugno del 1956 con rito civile, ma la loro unione non sarebbe durata; litigi, incomprensioni e incompatibilità: lui tutto riflessione e parole, lei tutta istinto. Già quando iniziano le riprese del film, nel luglio del 1960, sotto il caldo del deserto del Nevada, la coppia non sta più insieme. Il divorzio avverrà a Ciudad Juarez in Messico il 24 gennaio 1961. Marilyn, spesso malata, aveva ripreso ad abusare di sonniferi e di alcol. Mitici i ritardi dell’attrice sul set, e grande la rabbia di Clarke Gable, che morirà pochi giorni dopo la fine delle riprese, costretto insieme al resto della troupe ad aspettare la Monroe. Addirittura la vedova Gable sarebbe arrivata a dire che lo stato di eterna attesa vissuto sul set del film aveva contribuito alla morte di suo marito.
La riedizione del volume con una nuova traduzione è imperdibile, perché Manuppelli ha scelto, in un gioco di rimandi tra letteratura e cinema, di riprodurre fedelmente nei dialoghi le battute della versione italiana del film.
“Roslyn appare dietro lo schermo della zanzariera; riusciamo a malapena a distinguere i suoi lineamenti”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli spostati: il capolavoro che Arthur Miller scrisse per Marilyn Monroe torna in libreria
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