Irene Schiavetta ha recentemente pubblicato un romanzo che è stato fin da subito un successo editoriale. Presso la libreria Feltrinelli di Savona, a pochi giorni dall’uscita, “Le tre signore” (COEDIT, 2017) si è collocato addirittura al primo posto, rimanendo in quella posizione per diverse settimane e lasciando dietro di sé celebrità come Saviano o Littizzetto. Fioccano critiche positive, una per tutte quella comparsa sul sito Amazon:
“Che sorpresa! Un vero gioiellino non si riesce a staccare e non è un giallo. Si porteranno nel cuore le storie di queste donne costrette a nascondere la loro emancipazione, i loro dolori, la voglia di vita in un’epoca in cui nulla era concesso alle donne! Da leggere!”
Un risultato non da poco, che ci facciamo raccontare direttamente da Irene Schiavetta in quest’intervista.
- Come possiamo riassumere la vicenda de “Le tre signore”?
Siamo negli anni Sessanta e queste tre donne partono, stipate in una Seicento, in compagnia di un cagnolino. Olimpia è una maestra elementare, poi c’è Assia, una contabile sgraziata, infine Lucille, artista di buona famiglia. Dove vanno?
Nel loro paese, Folasca, nessuno sa che sono amiche. Il loro sodalizio sarà scoperto solo molti anni dopo quando la figlioccia di una di loro, Emilia, eredita la casa di zia Olimpia e si accinge a riordinarla prima di metterla in vendita.
Saltano fuori a quel punto una serie di elementi apparentemente non collegati tra loro: pagine di conti compilati con precisione meticolosa, un armadio di biancheria senza le iniziali ricamate, vecchi documenti di un ospedale, la fotografia di tre signore su una terrazza affacciata sul mare, una vicina di casa impicciona e un’altra che appena si intravede dietro la tendina scostata, un ragazzo che cammina senza sosta per il paese, agitato da misteriosi pensieri!
“Le tre signore” erano amiche, pronte a sostenersi a vicenda, in caso di necessità, e discrete fino all’inverosimile,
“al punto che, se Don Giustino le avesse interrogate, non avrebbero saputo dirgli quando, come, con chi”.
- So che hai già all’attivo diversi libri, in particolare quattro “gialli” con il magistrato Fiorenza Giorgi.
Ho sempre amato scrivere. Nel tempo sono passata dalle commedie brillanti ai racconti, poi ho curato un’antologia letteraria. I “gialli” scritti con Fiorenza (ediz. Fratelli Frilli) sono andati molto bene, ma ne produrremo altri: abbiamo appena terminato il quinto volume! Tuttavia volevo provare una nuova avventura, scrivere da sola una storia che avrebbe potuto essere vera.
- In “Le tre signore” non c’è il morto, resta il fatto che nella vicenda si nota una certa suspense!
La ricetta del romanzo è semplice. Ho messo insieme una buona dose di fantasia e qualche spunto di realtà, che ho intrecciato con attenzione. Le tre signore mi sono venute in mente osservando la gente per strada, ascoltando racconti di vita vissuta, spiando piccole manie, difetti, caratteristiche più o meno evidenti. A volte mi sono fatta aiutare da un esperto, in particolare per ricostruire lo stile di vita degli anni Sessanta e per alcuni particolari relativi alla scienza medica. In effetti c’è anche più di un pizzico di mistero, che però non costituisce il nucleo essenziale della storia. In realtà, il libro racconta l’amicizia e l’importanza che può rivestire nell’esistenza di ognuno di noi.
- La vicenda è ambientata nel paese di Folasca, un luogo inventato. A che luogo ti sei ispirata?
Folasca è un paese di fantasia, creato su misura per il romanzo, che può trovarsi in un punto qualunque dell’Italia nord-occidentale. Se mi si concede un paragone coraggioso, è come Macondo (“Cent’anni di solitudine”, di Gabriel Garcia Marquez): un luogo letterario.
- Hai in cantiere altri romanzi?
Ho appena terminato il quinto “noir” per la Fratelli Frilli, “Il mistero di San Giacomo”, che ora è nelle mani dell’editore. Un romanzo per bambini, invece, “L’occhio di Bubuz”, sarà pubblicato da Il Ciliegio, ma non nell’immediato. Nei prossimi giorni inizierò un nuovo romanzo, ma per scaramanzia preferisco non anticipare nulla!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Irene Schiavetta presenta in un’intervista “Le tre signore”
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