La Follia, condizione di alterazione psichica della mente che attrae e inquieta, potrebbe essere un argomento interessante da trattare in una tesina scolastica poiché si collega a molteplici contesti disciplinari.
Ha affascinato poeti e scrittori che vedevano forse in essa la deriva estrema del genio creativo. È stata interrogata dai filosofi che hanno composto in onore della follia addirittura dei veri e propri elogi. Ha accompagnato le varie epoche della storia, come un malanno divino o una stregoneria sino ad assumere lo status - scientifico - di malattia mentale. Nel corso del Novecento è stata analizzata da psicologi, medici, accademici eppure continua a essere caratterizzata da una dimensione ineludibile di mistero. Il confine tra realtà e follia del resto è talmente labile, come dimostrano le nostre cronache quotidiane.
È proprio quel limite estremo, invalicabile, che continua ad attrarci inspiegabilmente e a rendere la follia un argomento degno di essere approfondito, studiato, indagato.
Scopriamo un percorso interdisciplinare sulla follia, di supporto nel caso fosse argomento di un tema o di una tesina scolastica.
La follia nella letteratura
Di personaggi “folli” il mondo della letteratura è pieno. Il primo a citarla è Omero, che la definisce una punizione degli Dei: spesso sono infatti le divinità stesse a metterci lo zampino scatenando la follia cieca degli uomini che assume la forma di una rabbia incontrollata e sanguinaria. La pazzia, nella letteratura greca, è uno dei mezzi con cui gli uomini possono conoscere le manifestazioni estreme della loro natura.
L’ira di Achille, in questo senso, può essere letta come una forma di follia lucida: gli studiosi, a tal proposito, fanno notare l’analogia tra il termine greco menis (ira, Ndr) e mania (follia, Ndr). Il tema della follia dunque percorre la letteratura greca plasmando le personalità umane: ne sono esempi anche l’Aiace di Sofocle o la Medea di Euripide.
Nel Cinquecento il grande cantore della follia in letteratura è Ludovico Ariosto che la abbina alla pazzia amorosa nell’Orlando Furioso. Orlando è pazzo d’amore per la bella Angelica, ma la sua follia diventa pericolosa quando scopre che la donna che ama nutre dei sentimenti per Medoro. Ariosto è il primo ad argomentare la follia nel doppio discrimine tra violenza cieca e sana genialità.
Sarà il paladino Astolfo infine a recarsi sulla luna per recuperare il senno perduto di Orlando.
Un altro tema di indagine in letteratura è la presunta follia di Torquato Tasso: il poeta cortigiano era pazzo oppure era un genio incompreso dal proprio tempo?
Nel Novecento infine il tema della follia viene sviscerato da Luigi Pirandello, che giocando sull’opposizione pirandelliana tra uomo e maschera, ci presenta personaggi che cercano nella follia una via di fuga dalla vita percepita come costruzione sociale, trappola e prigione. Tutti i personaggi di Pirandello sono anarchici “forestieri della vita” che cercano l’autenticità in una forma di ribellione che la società percepisce come folle delirio.
Un personaggio interessante di Pirandello è Enrico IV, protagonista del capolavoro teatrale pirandelliano, che sceglie la pazzia per non contaminarsi con la “vita impura”. La follia è dunque legata alla volontà di sfuggire alla vita.
In tempi più recenti il tema della follia è stato trattato in poesia da Alda Merini, la poetessa dei Navigli, che ha portato la narrazione manicomiale in letteratura trasformandola in arte. Il vero inferno per Merini è la società cristallizzata nel giudizio degli altri che, con un dito puntato, sanciscono la condanna dell’individuo.
La follia nella letteratura inglese
Nelle opere di William Shakespeare il tema della follia viene trattato nei suoi molteplici aspetti. C’è il dramma di Amleto che si finge pazzo per smascherare suo zio, assassino del padre e usurpatore del trono. E poi c’è Ofelia, che invece incarna una pazzia reale e irreversibile.
Altrettanto interessante è la follia allucinatoria narrata in Macbeth che trova l’apice quando Lady Macbeth tenta disperatamente di lavarsi le mani macchiate di sangue omicida: peccato che quel sangue non sia reale, ma un parto del suo inconscio trafitto dai sensi di colpa.
Infine, c’è la follia amorosa di Otello per cui la gelosia diventa una forma di ossessione che lo porterà all’assassinio dell’innocente Desdemona.
La follia nella filosofia
La follia è rifugio rispetto alla sofferenza dell’esistere secondo Friedrich Nietzsche che dedica al tema un vero e proprio elogio, riprendendo Erasmo da Rotterdam.
Secondo Nietzsche
“dobbiamo, di tanto in tanto, riposarci dal peso di noi stessi”.
Dice che dobbiamo scoprire l’eroe e, al contempo, anche il giullare che è in noi. Nella consapevolezza della follia dell’essere è celata dunque la via d’accesso alla saggezza. Il superuomo, afferma il filosofo tedesco, è colui che riesce a vedere la vita nella sua vera essenza: cioè caos.
La follia nella storia
Una prospettiva interessante ci viene offerta anche dalla concezione della follia nel corso della storia. La parola “follia” ha infatti assunto un’evoluzione di significato nel corso delle epoche. Nei tempi antichi era concepita come una forma di possessione demoniaca. Nel Medioevo veniva curata attraverso l’esorcismo.
Nel Settecento, con l’Illuminismo, la follia divenne un disturbo della ragione e trattata con punizioni fisiche e corporali. Nell’Ottocento assunse lo status di malattia che doveva dunque essere curata con trattamenti corporali quali l’elettroshock. E così via nella lunga storia di manicomi che hanno visto internati numerosi artisti e poeti.
Il punto di svolta nella concezione della follia si ebbe nel 1971 con la legge Basaglia che sancì una rivoluzione nella cura delle malattie mentali portando alla chiusura definitiva dei manicomi in Italia.
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La follia nella scienza
Per comprendere le cause della follia la scienza interroga la psicanalisi. E dunque tutto inizia nel Novecento con Sigmund Freud e la scoperta di quella straordinaria parola che è l’inconscio, o meglio delle categorie di “Es”, “Io” e “Super Io”. Sono le dimensioni che compongono la personalità e si completano tra loro solo attraverso l’equilibrio di tutte le parti.
Secondo l’interpretazione psicanalitica di Freud dunque il comportamento ordinario non è altro che il frutto di una corretta dialettica tra le parti. La follia si verifica quando la parte istintiva prevale su quella razionale; questo presupposto potrebbe essere un ottimo spunto per approfondire la genesi della psicanalisi.
La follia nella storia dell’arte
La follia, così come il demone del genio creativo, ha ossessionato gli artisti di ogni epoca che hanno tentato in ogni modo di rappresentarla. Uno dei quadri meglio riusciti è quello che emblematicamente abbiamo riportato in copertina di questo articolo: Autoritratto o Uomo disperato di Gustave Courbet, 1843. Il pittore francese, maestro del realismo, cerca di rispondere alla domanda “cos’è la follia” guardandosi allo specchio e restituendoci il proprio autoritratto che mostra un uomo in preda allo sgomento o, forse, animato dal proprio tumulto creativo.
Altri dipinti che evocano una sensazione di follia sono L’urlo di Edvard Munch (1863) quadro che divenne l’icona stessa dell’angoscia, poi trasfigurato nel dramma collettivo della fin de siècle.
Nel 1799 invece il pittore spagnolo Francisco Goya dipingeva un quadro emblematico Il sonno della ragione genera mostri che può essere interpretato come un vero e proprio elogio della follia nell’arte: secondo Goya, infatti, la fantasia se privata dalla ragione genera mostri, ma se unita ad essa diviene madre delle arti e origine di molte meraviglie. L’opera di Goya può essere interpretata, in senso più profondo, come una riflessione sul male e le sue possibili degenerazioni.
Volendo invece analizzare la vita biografica di un artista si può optare per Antonio Ligabue definito per l’appunto “il pittore pazzo”. O meglio ancora Vincent Van Gogh , genio attraversato dal demone della follia che dipinse e descrisse in tutte le sue lettere al fratello Theo.
Le vite di questi artisti dimostrano che il confine tra follia e normalità è veramente labile, soprattutto d’innanzi al miracolo dell’arte. Possibile che la follia abbia qualche legame occulto, genetico, inesplicabile con il genio?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Follia: un percorso interdisciplinare tra filosofia, storia, letteratura, arte e scienze
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