La masseria delle allodole
- Autore: Antonia Arslan
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2015
“Nessuno, paziente lettore, è più tornato nella piccola città”
Finalista del premio Campiello e vincitore del premio Stresa di Narrativa nel 2004, “La masseria delle allodole” (Rizzoli, prima edizione del 2004, ultima ristampa del 2015) è un romanzo che difficilmente si dimentica. Con uno stile elegante e sapiente, Antonia Arslan ci porta in quella che oggi è l’attuale Turchia, raccontandone le atrocità degli avvenimenti che hanno distrutto la sua famiglia d’origine durante i rastrellamenti armeni avvenuti ai tempi della prima guerra mondiale.
La trama salpa dolcemente, dapprima con toni fiabeschi, narrando le vicende della famiglia della piccola Antonia e di quelle terre tanto feconde quanto lontane. Si approda poi alla cosiddetta masseria delle allodole, ovvero una bellissima tenuta di campagna nei pressi di alcune cascate, dove fervono i preparativi riservati all’accoglienza per la famiglia di Yerwant, il fratello maggiore di Sempad, che ha lasciato da giovane la città natale per andare a studiare nel collegio armeno di Venezia. Tuttavia i tempi non sono favorevoli: la grande guerra scoppia, l’Italia chiude le frontiere e il partito dei Giovani Turchi insegue il mito di una Grande Turchia in cui non c’è spazio per le minoranze etniche. Qui tutto precipita vorticosamente e Yerwant non raggiungerà mai il fratello lontano. Il profumo di gelsomino che inebriava l’aria delle colline verrà soppiantato da quello sanguinolento delle macerie e dell’orrore. Gli uomini armeni fucilati e sgozzati; le donne ed i bambini ammassati in carovane e costretti ad una lunga ed estenuante marcia verso lontani campi di prigionia.
“Sopravvivere diventerà un caso, un’astuzia ingegnosa, una prova di forza, uno schernevole gioco di dadi che ha in palio la morte”.
Il triste epilogo è noto a tutti:
“Più e più volte infierirono gli zaptié, frugando tutti, cercando i gioielli e i soldi celati (il mitico ‘oro degli armeni’ di cui ancora si favoleggia in Anatolia e i pastori raccontano dei tesori nascosti). Uccisero bambini, stuprarono le donne, portarono via le ragazze e bambine per i loro harem lontani. I vecchi morirono un po’ alla volta di consunzione, di fame, di malinconia”.
Da adulta e con toni in agrodolce, Antonia Arslan ha affrontato in questo suo bellissimo primo romanzo un tema indubbiamente ostico e tuttora ostile per il governo turco che non accetta di definire con il termine ‘genocidio’ ciò che è avvenuto alla minoranza armena più di un secolo fa. Tuttavia, fatti storici alla mano, si tratta tristemente del primo sterminio della storia, prima ancora della Shoah.
Dal libro è stato tratto il film omonimo nel 2007, mentre “La strada di Smirne” (Rizzoli, 2009) narra il seguito delle vicende contenute ne “La masseria delle allodole”.
La masseria delle allodole
Amazon.it: 13,50 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La masseria delle allodole
Lascia il tuo commento
Un libro dedicato a quella piaga ancora aperta che è il genocidio armeno non può essere che colmo, allo stesso tempo, di grande tenerezza e di crudeltà spaventosa. Tenerezza per le incalcolabili vite umane sacrificate a un ideale che a tutt’oggi ci appare oscuro e insensato, crudeltà nell’accurata descrizione delle sadiche torture, dell’inumano compiacimento dei carnefici, delle atroci sofferenze alle quali il popolo armeno di Anatolia fu sottoposto, senza pietà neppure per donne e bambini.
In corrispondenza della Prima Guerra Mondiale, una vera e propria “pulizia etnica” si abbatté sugli armeni di Anatolia, che, da un giorno all’altro, vennero barbaramente assassinati, mentre le loro donne e i loro figli vennero deportati e sottoposti a giorni e giorni di marcia incessante, senza cibo, senza acqua, senza un minimo di assistenza né di dignità, in attesa che anche per loro si compiesse la stessa sorte, solo con più sadica lentezza. Una pagina atroce della storia del Novecento, resa ancora più dolorosa dal negazionismo che perdura ancora oggi, da parte del governo turco.
Antonia Arslan, naturalmente, non ha vissuto personalmente la tragedia che racconta in questo suo libro, ma l’ha sempre sentita come parte di sé, tramite i racconti trasmessile dalla famiglia. Antonia è infatti italiana, di Padova, ma già il cognome tradisce le sue origini armene. Yerwant, suo nonno, arrivò giovanissimo a Venezia per motivi di studio, ma anche e soprattutto per allontanarsi dalla famiglia a seguito del secondo matrimonio del padre, da lui mal digerito. Aveva lasciato dietro di sé il fratello Sempad, e con lui la Masseria delle Allodole, la casa di campagna della famiglia, l’oasi di pace agognata da tutti, finendo per sposare un’italiana e mettere su famiglia insieme a lei.
Il racconto inizia nella primavera del 1915, proprio quando Yerwant ha preso finalmente la decisione di affrontare il lungo viaggio necessario a fare visita al fratello. La famiglia di Sempad è in fermento, e nessun particolare viene trascurato per festeggiare degnamente un tale avvenimento. Ma, come un fulmine a ciel sereno, arriva l’entrata in guerra dell’Italia. Yerwant capisce subito che è prudente rinunciare al viaggio programmato, e si sente impotente e disarmato. Guarda con sgomento il folle entusiasmo dei suoi connazionali acquisiti: sa che la guerra non porta mai niente di buono, e non riesce ad allinearsi alla convinzione generale che si tratti di una guerra lampo. Contemporaneamente, anche in Anatolia la situazione politica ha una brusca virata. Quando molti uomini vengono convocati presso l’autorità, si crede che sia per nuove tasse, ma non è assolutamente così. Shushanig, la moglie di Sempad, crede di mettere al sicuro sé stessa, la famiglia e alcuni conoscenti portandoli tutti alla Masseria delle Allodole: questo, però, non fa che attirare l’attenzione di un tenente desideroso di mettersi in luce, che vede, nel loro “andarsene a gozzovigliare in campagna” una vera e propria sfida all’autorità. Ed è proprio alla Masseria che si perpetra la sanguinosa strage degli uomini e la deportazione delle donne e delle bambine, destinate a morire lungo la strada per stenti e patimenti. Ma qualcuno rischierà la vita per liberarle.
Armatevi di stomaco ben robusto, per leggere questo libro. Ne uscirete straziati, ma sarà uno strazio necessario per sapere, per capire. E un passo in più per non dimenticare, mai.