Le ricette della signora Tokue
- Autore: Durian Sukegawa
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
“Le ricette della signora Tokue” (Einaudi, 2018, titolo originale An, traduzione di Laura Testaverde) è il primo libro tradotto in italiano del poeta, scrittore e clown Durian Sukegawa nome d’arte di Tetsuya Sukekawa, nato a Tokyo nel 1962. Dal libro, pubblicato in Giappone nel 2013, è stato tratto il film omonimo diretto da Naomi Kawase con Kirin Kiki, Masatoshi Nagase, Kyara Uchida e presentato al Festival di Cannes nel 2015.
“Doraharu vendeva dorayaki”.
Nella pasticceria l’ex galeotto Tsujii Sentarō trascorreva il giorno svogliatamente e senza passione (fin da piccolo ambiva a diventare scrittore) alla piastra di cottura preparando soprattutto dorayaki. I dorayaki sono dolci tradizionali giapponesi composti da un impasto formato da due dischi di “kasutera” simile al pandispagna e “an”, una confettura di fagioli “azuki”. La bottega era al fondo di un vicolo dietro la ferrovia, in una via commerciale chiamata “Sakuradōri”, via dei Ciliegi. Ma più che i ciliegi piantati qua e là, ciò che saltava maggiormente all’occhio lungo la strada erano le numerose saracinesche abbassate. Ma l’andirivieni pareva aumentare lievemente in quella stagione, forse perché gli alberi in fiore bastavano a richiamare i passanti. Il fatale giorno che aveva cambiato per sempre l’esistenza di Sentarō l’uomo aveva notato un’anziana signora con un cappello bianco, ferma sul ciglio della strada come se fosse stata in attesa di qualcosa. Dopo essersi avvicinata a passi incerti, la vecchina, “io mi chiamo Yoshii Tokue”, 77 anni, si era offerta come aiuto pasticciera nonostante la paga fosse stata ridicola. La signora Tokue, assaggiando i dorayaki subito si era accorta che l’“an” era stato preparato “senza sentimento”, occorreva porvi rimedio subito. Tanto sublime quanto straordinario l’“an” di Yoshii Tokue che avrebbe potuto rendere felice qualcuno. E pensare che le dita della vecchina erano deformate, ma nonostante l’aspetto esteriore, le mani della signora erano fatate, infatti, il sentimento, l’amore, in poche parole il cuore era il miglior condimento di Yoshii Tokue, abilissima nella preparazione della confettura e non solo.
“Che bisognava continuare a mescolare lentamente lo sciroppo anche quando i grani di zucchero si erano già sciolti. Che non doveva bollire più forte del necessario. Che i fagioli cotti andavano aggiunti con delicatezza. Che era necessario sorvegliare la fiamma da vicino”.
Grazie alla ricetta segreta dell’anziana donna le vendite della bottega avevano conosciuto una nuova primavera. Non solo, “il signor principale”, il burbero Sentarō, lavorando a stretto contatto con la vecchina avrebbe riscoperto il senso della vita. Cosa sarebbe accaduto se i clienti del negozio fossero venuti a conoscenza del segreto di Yoshii Tokue?
“Chi era davvero quella nonnina?”
La paura per il diverso, il pregiudizio e l’ostracismo sociale hanno perseguitato uno dei due protagonisti di questo poetico e delicato libro da tantissimo tempo. Troppo. Eppure anche chi viene additato e allontanato può avere qualcosa da insegnare. Perché la bellezza dell’universo si può trovare anche in un gustoso piatto di dorayaki.
“Sentarō è in grande debito con il padrone del negozio che gli ha offerto un’occasione di riscatto dopo la sua uscita dal carcere. È un perdente. Questo è il motivo per cui continua a restare davanti alla piastra dei dorayaki contro la sua volontà. Poi la signora Tokue cambierà la sua prospettiva”
ha dichiarato in una recente intervista Durian Sukegawa, una laurea in Filosofia Orientale e una in Pasticceria, conseguita all’Università della Pasticceria del Giappone.
“Lei mi riempie di complimenti, eppure io sono molto delusa. Come si può non amare i dolci e vendere dei dorayaki?”.
Le ricette della signora Tokue
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