Il romanzo italiano contemporaneo
- Autore: Carlo Tirinanzi De Medici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Carocci
- Anno di pubblicazione: 2018
Provo quasi imbarazzo a scrivere queste note: Carlo Tirinanzi De Medici è un teorico e uno storico della letteratura. Ha scritto un saggio che sgorga sapere da ogni pagina, un fiume carsico di informazioni critiche sulla narrativa italiana contemporanea, “Il romanzo italiano contemporaneo. Dalla fine degli anni Settanta a oggi” (Carocci, 2018).
Non fosse per gli angusti limiti imposti dai programmi, andrebbe consigliato nelle scuole come testo propedeutico. Farebbe comprendere ad alunni ed insegnanti (ai più pigri fra questi) come la narrativa italiana non sia ferma a Svevo e Pirandello. A partire dai prodromici anni Settanta la cultura del nostro Paese ha conosciuto infatti un buono numero di modificazioni: la società cambiava e il romanzo con essa. L’intento di questo lavoro – oltre trecento pagine fitte fitte – è prendere in esame questi cambiamenti; farlo seguendo i cambiamenti della forma-romanzo, sin nei suoi rivoli, sin nelle sue espressioni più riposte, speculando sui tagli narrativi e sui generi.
“Il romanzo italiano contemporaneo” si offre dunque alla lettura come una mappa frastagliata. Dentro vi si rintracciano costellazioni di scrittori, opere note e misconosciute, fondatori ed epigoni di simil-categorie letterarie – ricordate? La “gioventù cannibale”, i (per sempre) “giovani scrittori”, i fratellini e i cuginastri di Tondelli -, eco di stili e di stilemi, fino all’attuale e finalmente raggiunta koinè. Un compendio muscolare quanto attraente, il cui merito principale è di passare al setaccio anche i romanzi più indagati e riuscire a rintracciarvi spunti di lettura autonomi (vedi i casi di “Il nome della rosa” e “Se una notte d’inverno un viaggiatore”). E poi c’è questo fatto della comune lingua narrativa degli autori contemporanei. Una tesi nuova e, per molti aspetti, contro-tendente, che Carlo Tirinanzi De Medici spiega così:
“L’ipotesi è che negli ultimi anni siano diventati evidenti fenomeni iniziati nei tardi anni Settanta, quando il sistema letterario è andato incontro a una progressiva riconfigurazione. In particolare, negli anni Zero prende forma per la prima volta una koinè narrativa, una ‘lingua comune fatta di tecniche, stilemi. Motivi, topoi spirituali’. Vi sono state altre koinè in passato (il romanzo storico o il verismo nell’Ottocento; il romanzo decadente, il Neorealismo o il romanzo di neoavanguardia nel Novecento, per fare alcuni esempi), ma si è trattato spesso di fenomeni epigonali, basati su mode presto svanite (…) la storia del romanzo italiano è una storia puntiforme e forse proprio l’assenza di un humus comune da cui attingere ha prodotto la peculiare conformazione della nostra geografia romanzesca (…) la koinè che si rivela negli anni Zero è invece diffusa” (p. 11).
Seguono articolate ragioni, come e perché.
Il romanzo italiano contemporaneo. Dalla fine degli anni Settanta a oggi
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