Samsara è un termine che deriva dal sanscrito: il significato e l’orgine della parola infatti sono da ricercare partendo dal vocabolo originale che può essere scritto in italiano come saṃsāra o anche devanāgarī संसार.
La traduzione letterale è "scorrere insieme" e il suo uso frequente è da ricercare in quelle che sono le religioni dell’India, ovvero il Buddhismo, il Giainismo, l’Induismo, il Brahmanesimo e così via.
Samsara, infatti, si utilizza per indicare una specifica dottrina che si riferisce al ciclo di vita, morte e rinascita. Non è inusuale incontrare anche alcune raffigurazioni visive che traducono nell’immagine di una ruota il termine, con l’intenzione di riprendere proprio il concetto di ciclo vitale.
Ma il significato di samsara non è sempre e solo legato al mondo religioso: nel tempo, infatti, si è affermato un significato altro che pur riprendendo in parte quello originario lo ridefinisce e lo amplia. Vediamone i dettagli insieme.
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Il significato di Samsara più moderno
Un altro significato di samsara oltre quello già visto si è affermato in un secondo momento: si tratta nel senso più ampio di "oceano dell’esistenza" o anche vita terrena e mondo materiale, ovvero quel mondo nel quale quotidianamente l’uomo vive circondato da sofferenze e dolori.
In altre parole il mondo così come inteso, così come l’uomo lo vive, è solo un miraggio: si tratta di illusione, in quanto l’essere umano vive avvolto da una ignoranza che cela la vera natura della vita terrena e di quella ultraterrena.
Ed è proprio a causa di questa condizione che ognuno di noi, secondo le religioni che abbiamo citato in precedenza, agisce in un contesto definito appunto samsara.
Samsara, quindi, altro non che la situazione nella quale si trova l’essere umano ogni giorno e dalla quale può uscire attraverso un percorso di crescita spirituale. In particolare quella che viene anche chiamata dottrina del samsara conosce sfumature diverse a seconda della religione alla quale si fa riferimento.
Ad esempio, per il Buddhismo il samsara rappresenta il vero e proprio ciclo vitale al quale nessuno può sfuggire: l’uomo accumula giorno dopo giorno karma negativo in quanto sottoposto alla condizione indisciplinata della loro mente. Ed è in questo modo che si condanna ad una rinascita fatta di sofferenza, in un livello inferiore dell’esistenza. Al contrario il karma positivo permette una rinascita in condizioni più favorevoli, pertanto è consigliabile abbandonare il samsara.
Al contrario, invece, nel Giainismo il samsara si colloca nella via della salvezza grazie al riconoscimento di una condotta rigida di vita attraverso l’ascesi, la rinuncia assoluta della violenza e la mortificazione del corpo.
Infine dell’Induismo il samsara è strettamente collegato al ciclo delle rinascite e delle morti dovuto al cosiddetto karman. Ogni azione, infatti, nella dottrina induista, provoca un accumulo di karman, un vero e proprio bagaglio fatto di tutto ciò che una persona ha compiuto, nel bene e nel male. Per questo ognuno è destinato, una volta morto, a rinascere in una condizione che sarà determinata proprio dal karman accumulato. Tutto questo avverrà fino a quando non avrà esaurito il proprio bagaglio karmico, uscendo così definitivamente dal samsara.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Samsara: significato e origine della parola
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