Elda Lanza, nata a Milano, è nota al grande pubblico per essere stata la prima presentatrice della televisione italiana, per oltre vent’anni conduttrice e autrice TV. Giornalista, scrittrice ed esperta di comunicazione è stata docente di un corso sull’evoluzione dei costumi, anche per l’Accademia di Belle Arti di Osaka. I suoi romanzi gialli, “Niente lacrime per la signorina Olga” e le altre inchieste dell’avvocato investigatore Max Gilardi (Salani Editore, prefazione di Hans Tuzzi), hanno raggiunto decine di migliaia di lettori. È stata ed è tuttora ospite di numerose e importanti trasmissioni televisive e radiofoniche: Detto Fatto, I menu di Benedetta, Uno Mattina, Miracolo italiano e molte altre.
Nel 2013 è stata insignita dal Presidente Giorgio Napolitano del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per meriti sociali e culturali.
Da poco è uscita in libreria una sua guida indispensabile, precisa e spiritosa sul significato della buona educazione e dell’eleganza, “Il tovagliolo va a sinistra” (Vallardi 2016, pp. 299, euro 14,90), dedicata “A Anna Maria contessa Calvi di Bergolo”. In questo nostro mondo che cambia alla velocità della luce, così “cafonal”, dove impazza il web e spesso il cellulare viene brandito come un’arma, serviva un nuovo manuale che considerasse le buone maniere come una disciplina civile e cosciente di sopravvivenza. A questa mancanza, forte della sua feconda esperienza di vita, ha posto rimedio Elda Lanza che scrive di stile e d’amore, con l’ironia e l’eleganza che la rendono molto speciale, anzi diremmo straordinaria.
“Questo libro, di facile consultazione, è scrupoloso nelle parti tecniche, socialmente condivise, e aggiornato ai bisogni di una società che forse cambierà il mondo, stabilendo affinità nella qualità delle emozioni”.
Abbiamo intervistato l’autrice.
- Se “i cretini non sono mai eleganti”, come assicura Giorgio Armani, Lei risponde con la frase: “I cretini non sono mai educati”. Signora Lanza, per quale motivo la maggior parte delle persone ha dimenticato l’étiquette cioè “come essere e come fare” nei giorni qualsiasi e in quelli speciali?
Credo che oggi non ci sia una classe sociale evoluta in grado di trasmettere a una classe emergente una visione di stile del mondo. per questo stiamo peggiorando. Regna un grandissimo egoismo e l’educazione non può essere egoista. L’educazione è altruismo, è empatia.
- È vero che il galateo è logica?
Certamente sì. Pensi soltanto a questo: quando lei si siede a tavola, il cucchiaio è sulla destra, perché si presume che lei lo usi con la mano destra, la forchetta è a sinistra del piatto, perché si presume che lei la usi con la mano destra. Il piatto fondo è fondo perché si ritiene che ci si mangi cose brodose... una logica sconcertante! Basterebbe pensarci un momento. Io lo dico sempre, quando non sai la regola, pensa a come sarebbe logico fare e fallo. Sbaglierai di pochissimo.
- “La classe non è un dato anagrafico, ma quel dono naturale che soltanto alcuni uomini e alcune donne possiedono. Indefinibile. Non è la bellezza, la cultura, l’intelligenza o l’educazione. La classe si riconosce da un gesto. Chi ha classe non segue la moda, ma la previene e la stimola”. Desidera fare il nome di qualche personaggio che ha conosciuto che possedeva questi requisiti?
Potrei rispondere mia madre, anche perché è vero, era una donna così. Infatti, io le ho sempre rimproverato di non somigliarle molto, anche fisicamente, perché lei era bellissima. Tornando nella vita professionale, citerò una persona della quale, chissà perché, nessuno parla, e invece ha inciso moltissimo nell’eleganza del nostro Paese: Irene Brin. Negli anni Cinquanta Brin era una famosa giornalista di costume (scrisse per Harper’s Bazaar), scrittrice, viaggiatrice, mercante d’arte e donna di grande cultura, intelligenza e stile, la quale insieme al marito Gaspero del Corso aveva aperto in Via Sistina la galleria L’Obelisco. Irene Brin era una donna da disegnare, i suoi cappelli erano incredibili, lei sola al mondo poteva portarli. Quando penso a una figura femminile elegante, ripenso sia a un disegno dell’illustratrice Maria Pezzi (disegni sottili, acuti, fatti con la sola matita), sia a Irene Brin con questi suoi cappelli notati a Firenze quando andavamo a vedere la moda.
- Un uomo elegante invece?
Mio marito Vitaliano, il quale ancora oggi a 92 anni è un uomo elegante. Ne ho conosciuti altri di uomini eleganti, uno per tutti Gianni Agnelli, però scelgo mio marito che è un uomo che non avrei sopportato non elegante. Io vado in giro con il golf però mi piace che gli altri vestano in modo appropriato.
- Darsi del tu oggi è una moda praticata a qualsiasi età, perché?
Sì cerca di semplificare molto. Si cerca di avvicinare la gente, il tu avvicina più del lei questo è evidente. L’empatia è più sul tu che con il lei. Anche a me viene più facile dare del tu alle persone con le quali lavoro.
- Chi sono “i velocisti del tasto”?
Gli stupidi. Non è colpa del mezzo, cioè del cellulare, ma di chi lo gestisce. Una persona elegante, che lavora, quando mai tiene acceso il proprio cellulare dalla mattina alla sera sempre in mano con l’ansia di sapere chi chiama, se lo hanno o meno dimenticato? Io in questo momento ho il cellulare chiuso perché sto facendo questa intervista. Ci mancherebbe altro! Chi non ha nulla da fare sta sempre con il cellulare davanti agli occhi, li considero schizofrenici e anche sciocchi.
- Nel 1960 Donna Letizia, pseudonimo di Colette Rosselli, nel volume “Il saper vivere” sosteneva che sono le piccole cose, i particolari trascurati, a far giudicare una persona non “all’altezza”, quindi maleducata. Concorda?
Naturalmente sì ma concordo anche sul contrario di questo. Educazione e galateo non sono la stessa cosa, il galateo si esprime per codici: sì, no, destra, sinistra, l’educazione attiene ai sentimenti, al carattere, alla voglia di piacerti e che tu piaccia a me. Noi abbiamo dimenticato l’affettività, è quella che dobbiamo tirare fuori, ed è quella alla quale si riferiva Donna Letizia. La carezza, grazie, prego, per piacere, il bacio della buonanotte. Vogliamo ricominciare da lì? Dico queste cose in televisione e spesso quando le persone m’incontrano per strada mi dicono:
“Sì, come ha ragione, è vero! Ho dato il bacino della buonanotte a mio marito, non ce lo davamo da tempo, adesso è lui che lo dà a me”.
È su questo che bisogna spingere. Il galateo, il bon ton, basta non se ne può più, infatti il mio libro non è un galateo classico, non ci sono solo le regole ma soprattutto c’è la storia dei nostri gesti. Quindi ho voluto esprimere molta logica, molto buon senso, molta empatia, molta voglia di stare con gli altri per somigliarsi un po’ di più. Non la regola, ma come ci siamo arrivati, che strada abbiamo fatto. Una strada che è ancora aperta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il tovagliolo va a sinistra”: in un’intervista Elda Lanza presenta il suo nuovo libro
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