Immagini troppo, stai un po’ coi piedi per terra! Vi è mai capitato, cari amici lettori, di imbattervi in questa critica che ha tutto il sapore di essere al contrario un complimento degno di nota? Se la risposta è affermativa, allora siamo sulla stessa riga!
Quante volte infatti quella povera sagoma così restia a qualsivoglia movimento, distesa sul divano a leggere come non ci fosse un domani, è stata richiamata al consueto ordine di tutti i giorni? Amici, parenti e partner scommetto che non hanno tardato un minuto a reclamare la vostra presenza o peggio ancora la vostra attenzione, mentre voi comodi e ignari di quanto accadesse intorno eravate presi dalla lettura! Sacrileghe accuse son fuoriuscite da quelle bocche che altro non han fatto se non strapparvi a quel mondo fatto di carta e pura immaginazione. Poiché quest’ultima sembra essere divenuta, ahimè, la principale nemica dei giorni nostri.
I libri sono porte d’ingresso per l’immaginazione
Stilare un profilo del lettore non è poi così arduo, in quanto l’assenza di rumori, la modalità silenziosa del suo cellulare abbandonato chissà dove e una certa dose di curiosità sono gli ingredienti che pian piano lo calano in una realtà ai confini di quanto di più noioso e ripetitivo si insinui nel quotidiano.
Perché quel semplice oggetto che abbiamo preso in libreria, online o prestato da un conoscente non è altro che la porta di ingresso verso un mondo in cui semplicemente siamo soliti accomodarci e tramite il quale evadere per un po’ dalla routine.
Lib(e)ri di volare con l’immaginazione
Eppure la lettura sembra essere tra le forme di dipendenza quella più salutare, poiché stimola le nostre capacità immaginative donando alla nostra cornice giornaliera una coloratura diversa. Immaginare vuol dire essere in grado di scoprire altro, andando alla ricerca di un tesoro che i nostri impegni quotidiani proprio non sono in grado di accogliere. Nondimeno, quante volte ai propri figli si rimprovera di essere distratti? Piuttosto non è proprio quello che cerchiamo di fare ogni giorno? Semmai si scelgono altri canali quali la tecnologia e/o altre forme di dipendenza grazie alle quali staccare la spina.
E se il libro e l’immaginazione che ne consegue fossero tra gli interruttori più appropriati e salutari da premere? Fanno bene alla salute, costano poco (tranne qualche edizione in particolare), ma sono in grado di portarti in posti nuovi, di arrecare quella salutare e benigna distrazione capace di farti scoprire nuove modalità con cui guardare il modo di stare con te stesso e con gli altri. L’attesa, la pazienza e la lentezza sono ormai valori da debellare e mettere al rogo, eppure sono quegli stessi valori che possono portarci lontano. Proprio come l’immaginazione.
Bibliografia
- Borgna, E., (2018), "L’arcobaleno sul ruscello", Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018.
- Hillman, J., (2013), "Psicologia Alchemica", Adelphi Editore, Milano, 2013
- Morelli, R., (2020), "La saggezza dell’anima", Mondadori Editore, Milano, 2020.
- Recalcati, M., (2018), "A libro aperto", Feltrinelli Editore, 2018.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il valore perduto dell’immaginazione (che i lettori conoscono bene)
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