Il vangelo secondo Stephen King
- Autore: Alessandro Tenaglia
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Credo che Stephen King sia uno scrittore impareggiabile, e che lo sia a prescindere dal genere narrativo col quale si misura abitualmente. Il fatto che divaghi sulle diverse declinazioni del “pauroso” non aliena, cioè, il peso specifico della sua prosa: pochi narratori (di genere e non) sono riusciti ad affrescare i malesseri della società americana con la stessa efficacia di King. Grandissimo anche nel tratteggio “interiore” dei suoi personaggi, molti dei quali fissati nella memoria collettiva come indimenticabili. E se dovessero suonarvi come parolone, provate ad alternare in sequenza la lettura di un tomo di Stephen King a quella di un qualsiasi romanzo “di genere”. Non c’è storia, la differenza (di taglio, di passo, di spessore) salta agli occhi. Da “Una splendida festa di morte” in qua (si intitolava così la prima edizione italiana di “Shining”, uscita per Sonzogno nel 1978) imputo a Stephen King una manciata appena di “scivoloni” di ambito fantasy/new age. Il resto è - come dire? - leggenda narrativa, ma è anche un’altra storia.
Nello specifico vorrei infatti accennare a un nuovo saggio sul “Re”, fresco di stampa per la torinese Claudiana. Lo ha scritto Alessandro Tenaglia e si intitola “Il vangelo secondo Stephen King”. Muovendosi entro e poco oltre i confini di “It” – romanzo-summa della “poetica” kinghiana – Alessandro Tenaglia ne individua le correlazioni. Non soltanto con i dichiarati riferimenti al testo biblico, ma anche (perché no?) con gli archetipi dell’inconscio collettivo di matrice junghiana. Il focus è dunque atipico e sulla scorta di questa atipicità si rivela oltremodo interessante, centripeto al tema portante della narrativa di Stephen King. Strettamente correlato al suo concetto esteso di “paura”. Stazioni ineludibili di questo percorso fra i topoi dello scrittore del Maine, sono dunque i parallelismi con i capisaldi della dottrina cristologica – il Male, il Diavolo, gli strumenti per combatterli – della psicoanalisi, e quelli correlati ai temi più ampi dell’infanzia, del tempo, della vita.
Cotanta materia di indagine, nel libro di Tenaglia, è governata a dovere, peraltro in forma fluida, accessibile malgrado i ripetuti rimandi alti (letterari, filosofici, analitici, biblici). Per i quattro-lettori-quattro che sconoscono “It” (vi aiuto? è la storia di sette amici della città di Derry dove il Male assume infine l’incarnazione del pagliaccio Pennywise) “Il vangelo secondo Stephen King” può fungere da viatico allo sterminato universo-mondo di Stephen King. I suoi fans più di lungo corso potranno invece guardare ora agli incubi di “It” con accresciuta consapevolezza. Mi sembrano entrambi meriti non da poco.
Il Vangelo secondo Stephen King
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