Giorno dei Morti (2 Novembre)

Celebriamo il 2 Novembre rileggendo "Il giorno dei morti", una poesia di Giovanni Pascoli contenuta in Myricae, la sua prima e più celebre raccolta.
Analizziamo il testo e vediamo qual è il suo significato più intimo e profondo

Nella poesia di Rabindranath Tagore la morte non coincide con la fine di tutte le cose ma diventa occasione di ricongiungimento con il divino, evento dove la vita mostra la sua capacità di rinnovarsi continuamente.

Citata anche in Interstellar, il noto film di Christopher Nolan che quest’anno compie 10 anni dall’uscita, “Non andartene docile in quella buona notte” è una delle poesie più celebri di Dylan Thomas che invita alla reattività e a non rassegnarsi di fronte alla morte.

Si tratta di una delle poesie più citate di Antonia Pozzi, ma di rado è conosciuta con il suo vero titolo. “Novembre”, composta nel 1930, fu scritta dalla poetessa a soli diciotto anni, proprio alla vigilia del mese dei morti che si annunciava ai suoi occhi come un presagio. È la sua “lettera al mondo”, la maniera in cui voleva essere ricordata.

Nella storia della letteratura gli scrittori hanno toccato il tema della Morte dedicando ad essa poesie e romanzi, spesso per esorcizzare la paura, l’angoscia e il dolore, ma anche come processo di rivelazione, consolazione e avvicinamento alla verità misterica.

Quattro versi che sono tra i più significativi nella poesia del Novecento sul rapporto tra amore e morte. Eugenio Montale la dedicò alla moglie, Drusilla Tanzi, affettuosamente chiamata “La mosca” .

Novembre, il mese dei morti, inizia spesso con una visita al cimitero per omaggiare i cari defunti. Questo tema è stato affrontato in una filastrocca in rima di Giovanni B. Marini intitolata “Uno strano giardino” che permette di narrare il mistero della morte anche ai più piccoli e diventa fonte di riflessione per gli adulti.

Il teologo e scrittore britannico ha indagato il mistero della morte in una struggente poesia intitolata “Death is nothing at all”, tradotta in italiano come “La morte non è niente”. Parole commoventi da dedicare ai nostri cari defunti, perché ci ricordano che non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.

Scritta nel 1830, “Gli spiriti dei morti” è una delle più intense ed evocative poesie di Edgar Allan Poe. Cosa accade dopo la morte? Il maestro del brivido ce lo narra in questa lirica pervasa di inquietudine e mistero.

In questa struggente poesia Pasolini annuncia la sua morte in modo originalissimo e magicamente esprime relazioni e significati sull’espressione della vita come amore.