A nome tuo
- Autore: Mauro Covacich
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
Il volume dal titolo “A nome tuo” di Mauro Covacich, edito da Einaudi nel 2011, contiene due racconti lunghi e una breve lettera all’autore alla fine.
Libro insolito, per certi aspetti inquietante, certamente molto ben scritto e altrettanto ben costruito, pieno di suggestioni, di rimandi, di musica, di arte, di letteratura, di storia recente del nostro confine orientale. L’autore è triestino, la storia della sua famiglia è la storia di tanti italiani che hanno subito nel corso del secolo appena trascorso persecuzioni, fughe, lo smarrimento di chi perde tutto e non sa più riconoscere la propria identità.
Il primo racconto, “L’umiliazione delle stelle”, ha per protagonista lo stesso autore, lo scrittore triestino che si imbarca su una nave militare al porto di Bari, diretto a Trieste, e attraversando l’Adriatico farà da testimonial della cultura italiana in una serie di eventi promozionali; con lui viaggiano anche una giornalista Rai, un’inviata di Rai International, la curatrice della mostra “Libridamare”. Nella cabina della nave lo scrittore trova una giovane donna nera, una sorta di clandestina, italiana adottata, con velleità di scrittrice, che lo mette in imbarazzo e tuttavia lo seduce con la sua sensualità ed un desiderio spasmodico di essere aiutata a scrivere.
Il rapporto fra i due, Mauro e “Angela”, si fa sempre più segreto ed intrigante. Mentre la sua compagna da Roma intuisce una tresca e lo insegue, lo scrittore sempre più diffidente e spaventato non sa bene chi siano i suoi potenziali nemici, chi ha spinto la misteriosa Angela nelle sue braccia e nella sua testa, cosa vogliano da lui strani personaggi che incontra nel suo tour in terra croata...
Più complessa e problematica la storia del secondo racconto, quella da cui è stato tratto il film “Miele” di Valeria Golino, uscito qualche mese fa. Tema affrontato: l’eutanasia.
La ragazza di colore, che vive appartata in una villetta sul litorale a nord di Roma e che si finge dottoranda all’Università di Torino, è in realtà una persona che acquista una sostanza velenosa per uso veterinario in Messico, con la quale procura morte indolore a quanti, malati terminali, la pagano per accelerare la propria morte senza lasciare traccia. I clienti, chiamati affettuosamente “coniglietti”, le vengono procurati da un amico medico. Lei, con una attrezzatura efficace e una procedura ormai sperimentata, per qualche migliaio di euro asseconda il desiderio di morte che avviene in presenza del congiunto, dopo che una lettera autografa è stata lasciata vicino al letto del paziente e una musica scelta dallo stesso ammalato ne accompagna il trapasso. La terribile routine viene interrotta quando uno dei clienti, un settantenne ingegnere milanese, le chiede di morire non essendo affatto malato ma in piena efficienza fisica e mentale. Tutte le certezze di Angela sembrano sgretolarsi, l’uomo che ha incontrato le sembra voglia essere aiutato a vivere, non a morire. Ma Angela non ha capito e dopo l’incontro con questo colto e raffinato professionista la sua interiorità subisce una scossa; il ricordo della recente agonia della sua giovane madre, un episodio di morte improvvisa di uno sconosciuto rimettono in gioco tutte le sue convinzioni.
Il 5 Ottobre, solo pochi giorni fa, si è dato la morte il grande regista Carlo Lizzani, novantunenne, gettandosi dal balcone di casa. Dunque siamo costretti ogni giorno a misurarci con questo tema, suicidio assistito, eutanasia, senza moralismi ma con la consapevolezza che parliamo di un dramma che, soprattutto in una società di tradizione cattolica, è difficilissimo da affrontare. La letteratura spesso, come in questo caso, è più avanti della realtà.
Covacich affronta l’argomento in modo poetico, ma non per questo meno realistico e sconcertante, consegnandoci una storia nelle cui pagine c’è dubbio, dolore, mancanza di fede, ricerca di qualcosa in cui credere mentre si spengono definitivamente le luci dell’aeroporto, metafora della nostra vita.
A nome tuo. Il ciclo delle stelle
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