Come viaggiare con un salmone di Umberto Eco

Le nostre vite, in fin dei conti, sono piuttosto normali e di conseguenza piene di problemi normali. Potrebbe capitare a chiunque di dover trasportare un salmone da Stoccolma a Londra, per esempio. Tutti noi, quando prendiamo un aereo, potremmo avere fame. Ogni giorno, in questi ultimi due anni, cerchiamo di evitare le malattie contagiose. Ecco: tanti problemi quotidiani, assolutamente normali, che riempiono le nostre giornate e che non sempre hanno soluzioni scontate.

Chi ha detto che una difficoltà apparentemente innocua e superficiale sia migliore rispetto a una paranoia mentale su cui ragioniamo ore e ore credendo che si tratti del grande vero parassita che rovina la nostra giornata? Probabilmente sono più numerose le volte in cui siamo in difficoltà per la quotidianità che per i nostri dubbi esistenziali.

Un esempio? Umberto Eco, nel 1986, ha raccontato che per colpa di un salmone ha dovuto pagare una quantità esorbitante di superalcolici. Ed ecco che i problemi di tutti i giorni, le piccole difficoltà che talvolta non ci accorgiamo neanche di avere, diventano il pepe della quotidianità, situazioni in cui o si nuota o si affoga e da cui bisogna cercare di riemergere più consapevoli di prima.

Nella raccolta di scritti di Umberto Eco Come viaggiare con un salmone (La nave di Teseo, 2016), leggiamo una serie di guide, di istruzioni date sui temi più disparati con cui ogni giorno tutti noi entriamo in contatto: come fare vacanze intelligenti, come comprare gadget, come impiegare il tempo, come mangiare il gelato… Brevi analisi di situazioni e costumi quotidiani in cui ognuno può riconoscersi e che faranno spesso sorridere ed esclamare “è vero!”.

La guida più attuale è sicuramente quella dedicata alla presenza di una malattia contagiosa, da cui Eco ci aiuta a scappare grazie al saggio Come evitare malattie contagiose, perfettamente adattabile all’attuale pandemia che ha creato tanto panico e psicosi, soprattutto nella lunga primavera del 2020. Questi sono solo alcuni dei suggerimenti di Eco:

“Non frequentare teatri di avanguardia a New York: è noto che per ragioni fonetiche gli attori anglosassoni sputano moltissimo, […]
evitare di essere messi in cassa integrazione, perché si passa la giornata a rodersi le unghie […]
evitare di trovarsi in zone colpite da testate nucleari: di fronte alla visione del fungo atomico si tende a portare le mani alla bocca (senza averle lavate!)”.

Insomma, una guida decisamente inutile alla pratica, ma che nel profondo invita a una riflessione: Eco non ce la suggerisce troppo esplicitamente, possiamo essere noi a trovare una chiave di lettura, a rimanere confusi o, perché no, a sentirci giudicati. Si tratta di critiche sottili, di ironia e satira che si intrecciano a spunti di riflessione che confermano, nonostante non ce ne fosse davvero bisogno, la genialità del grande scrittore.