Corso di lettura creativa
- Autore: Franco Mimmi
- Anno di pubblicazione: 2011
La polemica divampa: i corsi cosiddetti di scrittura creativa proliferano, gli allievi si moltiplicano e alcuni di loro con grande successo, ma è davvero possibile insegnare a scrivere in modo creativo? Può, una scuola di scrittura, creare un vero scrittore? Chi è all’altezza di insegnare ciò che questi corsi promettono? Non saranno, semplicemente, un astuto espediente per una lucrosa attività economica? Per rispondere a queste domande Franco Mimmi ha scritto tutto un romanzo, intitolato “Corso di lettura creativa”, ma non si è fermato qui: in neppure cento pagine è riuscito a far convivere, perfettamente allacciati, il corso di lettura annunciato nel titolo; un misterioso iperromanzo alla Calvino (“infiniti universi contemporanei in cui tutte le possibilità vengono realizzate in tutte le combinazioni possibili”); un dissertazione sull’entropia (“misura del caos di un sistema fisico o più in generale dell’universo”) applicata al genere umano; il tutto racchiuso nella cornice di un romanzo densissimo in cui la potenzialità della letteratura viene sviluppata in un gioco che è quasi una indagine poliziesca tra citazioni, evocazioni, spunti critici e polemiche audaci.
Un minimo di trama: un burbero professore di letteratura tiene ai suoi allievi, forse aspiranti scrittori, un corso in cui li invita, attraverso la lettura e l’analisi dello sconosciuto romanzo (Entropia) di uno sconosciuto autore (Giorgio o forse Giorgina Ulivò), ad affinare il loro “spirito d’osservazione, immaginazione e memoria”, fino a poter non tanto seguire la trama quanto ad “ascoltare la musica della sostanza sottostante”. Il romanzo è dunque diviso non in capitoli ma in lezioni, che affrontano le disordinate storie di una cinquantina di generazioni della nobile famiglia Del Botto (di cui l’ultimo della stirpe è un maniaco dell’ordine, che vorrebbe riflesso anche nel suo albero genealogico) ma anche i grandi classici e le teorie del romanzo, invitando il lettore a seguirlo di autore in autore, di citazione in citazione, di riflessione in invenzione, fino a svelare l’enigma della trama e affidare ai lettori aspiranti scrittori – o almeno a quelli, avverte Mimmi, “che ne abbiano l’onestà e la volontà, e ai quali gli Dei siano stati propizi” - il compito di proseguire con le loro forze.
Impossibile apporre a questo libro una etichetta: sfugge a ogni classificazione, sfida ogni semplificazione, mescola con estrema abilità il saggio e il romanzo, la storia e la finzione, i funambolismi di Nabokov e le teorizzazioni di Perec, gli stili e i generi, e mentre onestamente avverte – e quasi minaccia – con George Steiner che “per quanto ne sappiamo, non c’è alcuna chiave pedagogica per dischiudere la creatività”, mantiene ad abundantiam la promessa del titolo: chiunque arrivi in fondo a questo centinaio di paginette approfittando degli insegnamenti che vi sono racchiusi potrà scoprire, nelle sue letture successive e anche in quelle passate, tesori che fino a quel momento gli erano rimasti celati.
Le sette vite di Sebastian Nabokov. Secondo corso di lettura creativa
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