Fango
- Autore: Diego Collaveri
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Se c’è una cosa che ho sempre apprezzato di Diego Collaveri, fin da quando ho cominciato a seguirlo con la serie del commissario Botteghi, è la sua capacità di sorprendermi, con storie, personaggi e trame davvero avvincenti e affascinanti; ma questa volta ammetto è riuscito addirittura a stupirmi. Abbandonare la via vecchia (e sicura) per qualcosa di completamente nuovo, si sa, è un salto nel vuoto notevole, ma se i risultati sono questi evviva i coraggiosi. Già dalla sinossi, Fango (La Corte, 2021) mi suona come qualcosa di particolare, di vivo e vissuto sulla pelle, suscitandomi talmente tanta curiosità da farmi sentire un po’ in colpa per la troppa attrazione, come se stessi tradendo il mio amato Mario Botteghi. A differenza del suo peculiare plot, l’autore questa volta attinge a un fatto recente che ha segnato la sua città: l’alluvione che ha colpito Livorno nel 2017.
La trama è davvero ben articolata e mai scontata. Nello stile che ormai lo caratterizza, Collaveri ci fa entrare all’interno della storia già avviata con un incipit spiazzante, che ti si infila nella carne come una fredda lama rugginosa, in cui in una scena magistrale ci fa scoprire lentamente il personaggio di questa avventura, che appare malconcio, pian piano, tra i vapori della doccia, disseminando poi qua e là dei nebulosi indizi riguardo cosa possa essergli capitato, per poi sradicarci e riportarci con un flash back all’inizio della storia qualche giorno prima.
È il 9 settembre e ai tavoli di un bar nel centro di Livorno facciamo finalmente la conoscenza di Giacomo Donati, trasandato e assonnato protagonista di questa storia, in attesa di un cliente. In poche righe, Collaveri tratteggia una figura davvero unica: narcisista, egoista, arrogantemente affascinante, dalla battuta pronta e la lingua tagliente, un uomo che vive alla giornata cercando di avere meno pensieri possibili, insomma: uno di quei ragazzacci di cui finisci per innamorarti perdutamente. L’aspetto più originale però è la sua attività, se così si può chiamare, basata rigorosamente sul passaparola, che consiste nello scattare foto di tradimenti, anche se spesso è lui stesso ad andarsi a procacciare la clientela, ritraendo di nascosto coppiette clandestine per poi ricattarle.
Devo essere sincera: definirlo particolare è poco, difficile pensare di provare empatia per un soggetto simile, eppure più leggevo e più nella mia mente affiorava quel sorriso affascinante da adorabile bastardo di un giovane Harrison Ford, e quindi dopo poche righe la cotta era servita. Con la sicurezza dell’autore navigato, Collaveri mette sul piatto le pedine di quello che si annuncia un intreccio ben strutturato, accompagnando il lettore con la poetica amara e malinconica propria del suo stile narrativo, disseminando qua e là quelle frasi incisive che ti lasciano il segno (la similitudine tra il freddo della camera mortuaria e la sensazione di privazione per la perdita di una persona cara mi ha davvero colpita), senza però tralasciare di alleggerire con toni più scanzonati per dare al lettore quel giusto mix di emozioni dolci e amare.
La storia comincia a dipanarsi verso sera, quando, alla porta dell’appartamento di Donati, bussa Jamila, una ragazza che lo vuole ingaggiare come detective per scagionare il fratello Chaid, accusato di un omicidio, che lei giura essere innocente. Donati ha letto del caso sul giornale: Elisa, la vittima, l’aveva conosciuta bambina poiché era la figlia di un vecchio amico, quindi si rifiuta e caccia Jamila. La mattina però, dopo la tragica alluvione che nella notte si abbatte sulla città, Donati vede una foto di Jamila tra le vittime del disastro. Sapendo che sia lei che il fratello erano invischiati nei giri malavitosi di prostituzione e spaccio di droga, e non volendo arrendersi a una casualità così spietata, comincia a chiedersi se davvero Chaid non fosse innocente e a Jamila avessero tappato la bocca a causa della sua volontà di dimostrarlo. Da qui comincia la sua indagine personale, aiutato dalla giovane poliziotta Anna, sua occasionale compagna di letto, nelle viscere sporche e illegali di una città in ginocchio.
Livorno, piegata e ferita, non si limita a essere sfondo, ma diventa vera e propria protagonista assieme ai suoi abitanti. La potenza evocativa con cui Collaveri descrive il carattere e lo spirito dei suoi concittadini nel momento di difficoltà affonda le radici in un sentito reale, che diviene palpabile a ogni parola. Diventare parte di quel vissuto, attraverso la narrazione, è stato un viaggio nello spaccato di una realtà tragica come non avrei mai immaginato; davvero originale approcciare un fatto di cronaca simile attraverso un genere come quello investigativo. La cosa che più mi è rimasta impressa è la descrizione del silenzio che, attraverso le parole dell’autore, si trasforma in una sensazione uggiosa che ti penetra fin dentro le ossa. Il ritmo è talmente coinvolgente che con difficoltà riuscivo a staccarmi dalle pagine e comunque restavo con quel senso di inquietudine che prende noi lettori quando siamo divorati dalla voglia di non scollarci da una storia che ci ha catturati.
Con questo nuovo romanzo Diego Collaveri ha decisamente alzato l’asticella di parecchio. Prima di rileggerlo, lascerò passare qualche giorno per far decantare le sensazioni che mi ha lasciato addosso. Degna di nota la veste grafica, molto curata ed evocativa, all’altezza del romanzo. Lo consiglio assolutamente anche a chi non è un appassionato del genere.
Fango
Amazon.it: 17,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fango
Lascia il tuo commento