Fantasmi del passato. Un’indagine del commissario Bordelli di Marco Vichi

Ogni giallista che si rispetti ha il suo investigatore di punta cui affidare i casi più difficili: Andrea Camilleri (il commissario Montalbano), Carlo Lucarelli (l’ispettore Coliandro), Gianni Biondillo (l’ispettore Ferraro), Luigi Guicciardi (il commissario Cataldo).

Marco Vichi ha ideato il mitico Franco Bordelli, commissario di polizia della Firenze anni Sessanta, personaggio che nessun fiorentino dalla mezza età in su non può non amare.
Bordelli, a un passo dalla pensione, è un uomo autentico, schietto, di poche parole ma di tanti e profondi sentimenti, amante della solitudine ma anche di ritrovarsi con gli amici più intimi per una gustosa spaghettata, accompagnata da un buon rosso d’annata. Il commissario si muove in una città unica e seducente, da cartolina d’altri tempi, quando viverci era più semplice, la crimininalità non era ancora allarme sociale e tutto aveva una dimensione più umana rispetto già al decennio successivo.

Anche in Fantasmi del passato. Un’indagine del commissario Bordelli (Guanda, 2014), l’ex combattente della San Marco si trova di fronte a un caso di omicidio non facile da risolvere: Antonio Migliorini, ricco e raffinato imprenditore, apprezzato per la sua generosità, viene rinvenuto cadavere nella sua magnifica villa del Salviatino, trafitto da un fioretto.
L’indagine stenta a decollare, scoraggiando - e non poco - Bordelli e il fido Piras, fino a quando una situazione bizzarra non lo porterà a scoprire il colpevole...

L’allegra compagnia di cui si attornia il buon Bordelli è sempre la solita: l’ex prostituta Rosa; lo scassinatore e mago dei fornelli detto il Botta; il dottor Diotivede; il bizzarro "Archimede pitagorico" Dante; il solerte collaboratore Piras.
Con una sua storia parallela alla trama principale troviamo poi il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri, protagonista dei gialli pubblicati da Leonardo Gori, altro narratore di scuola fiorentina e coetaneo di Vichi.

Figura particolare, questo poliziotto fiorentino: una vaga somiglianza con l’attore francese Lino Ventura, reduce dalla guerra contro i nazifascisti, angosciato da una precedente e drammatica indagine che lo ha spinto a uccidere in nome della giustizia, carattere talvolta ruvido e chiuso, ma sotto sotto gran sognatore e tenerone, molto sensibile al fascino di una bella donna, elegante corteggiatore d’altri tempi, capace di innamorarsi ogni volta come un imberbe adolescente.

Giallo di riflessione e intuizione più che di azione, dove i rapporti umani tra i vari protagonisti rivestono grande importanza, in un contesto storico e sociale fatto di valori autentici e tanta spontaneità, qualcosa di inimmaginabile oggi.

Chi vuol lasciarsi vellicare dalla dolce nostalgia della Firenze di quegli anni, non ha che da seguire le vicende del commissario Bordelli, investigatore d’antan della nostra letteratura gialla.

Leggi l’intervista a Marco Vichi su Fantasmi del passato.