I cercatori di ossa
- Autore: Michael Crichton
- Genere: Avventura
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2018
“I cercatori di ossa”, per un verso un western narrativo, per un altro il fratello maggiore di “Jurassic Park”, ma soprattutto un sorprendente inedito del grande Michael Crichton. In Italia lo ha pubblicato Garzanti (gennaio 2018, pp. 269, euro 18,60), ma è recente anche la prima edizione in lingua inglese, datata 2017, dopo che il romanzo è stato ritrovato tra le carte del medico e romanziere americano, che lo aveva scritto nel 1974.
Esce postumo, a dieci anni dalla morte di Michael Crichton e avendo per comprimari dei grandi fossili di dinosauro muove un immediato confronto con le avventure scatenate dal DNA sigillato nell’ambra. È il ritrovamento immaginato nel primo romanzo della saga jurassica, che dal 1990 ha dato il via alla fortunata sequenza di pellicole hollywoodiane.
Per promuovere l’inedito testo crichtoniano, sembra più che giustificato spendere paragoni coi dinosauri fatti rinascere per il parco sull’Isla Nublar e trasformati dal regista Spielberg in un’icona cinematografica. Si insiste pubblicitariamente sulla discendenza di T-Rex, Velociraptor & co. dai dinosauri che avevano già popolato quindici anni prima le pagine dello scrittore statunitense. Tuttavia ci si dovrà ricredere, quanto meno si dovranno raffreddare gli entusiasmi, perché i grandi lucertoloni del 1974 rimangono in tutto il romanzo allo stato di scheletri fossili. Non c’è verso che rivivano, riprendendo l’aspetto originario dei lenti erbivori o quello agghiacciante dei voraci carnivori, che terrorizzeranno i lettori delle pagine anni Novanta di Michael Crichton e i grandi e piccoli spettatori delle pellicole di Steven Spielberg, dal primo mitico Jurassic Park del 1993 al più recente film del 1990.
Quella de “I Cercatori di ossa” è la storia di un’avventura nel West. Pistole, fucili, pellirosse, anche dinosauri è vero, ma in condizioni questi di netta passività, inanimati nella loro fissità scheletrica. Fossilizzati, appunto.
Sauropodi a parte, è un romanzo tutto azione e formazione. Il ventenne William Johnson lo comincia da ricco rampollo in cerca di avventura e lo conclude da risoluto e temprato pioniere. In mezzo, tra lo William in partenza e quello d’arrivo, c’è per intero il romanzo di Michael Crichton.
Primogenito di un costruttore navale di Philadelphia, è un ragazzo in gamba, dotato, attraente, atletico, come sostiene il preside della scuola frequentata a Exeter. Tuttavia, il docente spreca ancora più aggettivi nel dargli, in aggiunta, del testardo, pigro, terribilmente viziato, indifferente rispetto a quanto esula dal suo piacere, avviato all’indolenza e al vizio se non trova uno scopo nella vita.
Intanto, nel 1875 la sua esistenza transita dall’università di Yale e nell’estate successiva, dopo una condotta da scavezzacollo e non pochi danni risarciti puntualmente dal padre, ecco la brillante idea di aggregarsi al campo estivo d’istruzione nell’ovest, al seguito del professor Marsh. È un valente paleontologo, che rinnova ogni anno una spedizione oltre la frontiera del West, spinto dall’interesse maniacale per i fossili e dalle risorse finanziarie dello zio Peabody, un filantropo che colleziona ossa.
William ha un gran faccia tosta e si presenta nello studio del professore, che da lunatico cocciuto qual è, respinge sgarbatamente ogni sua offerta ricacciandolo fisicamente verso l’uscita, salvo arruolarlo all’istante dopo avergli chiesto a bruciapelo se sapesse scattare fotografie. Will non sa niente di fotografia, ma risponde affermativamente. È sempre pronto a cogliere le occasioni al volo.
Il professore delle ossa è di altezza media, corporatura massiccia, in condizioni di florida e robusta salute, secondo la descrizione che offre Michael Crichton, nel suo stile sempre leggero e brillante. In altre parole Marsh è un grassone, per quanto sorprendentemente agile e atletico.
Può sembrare simpatico, ma strada facendo si confermerà tale? E che dire del nemico giurato, il professor Edward Cope? Solo uno pseudo scienziato, poco più di un ladro e spione, ignobile e bugiardo. Non si lava, è puzzolente, ha ucciso il padre e tradisce la moglie: questo il ritratto che ne fa il rivale Marsh. Si contendono vecchie ossa fossili.
Il viaggio guidato dal paleontologo di Yale raggiunge Cheyenne nel Wyoming, città di confine con la Frontiera e ricca di attrattive per il giovane Johnson, sale da gioco, vizio e… Lucienne. Passa la notte con lei, fa tardi e raggiunto l’albergo scopre che Marsh lo ha lasciato lì, il gruppo è partito. È così che conosce un uomo dal fisico asciutto, sui trentacinque, capelli chiari, baffi e pizzetto,vestito con abiti di buon taglio. È Cope, ben altro rispetto al mostro che vive solo nella fantasia del fanatico avversario.
Sta guidando nell’Ovest un gruppo di studenti dell’università della Pennsylvania, per portare alla luce ossa di dinosauro. Gli offre di unirsi a loro.
Il West è enorme, ma i docenti-furenti si incontreranno. Sarebbe meglio dire, si scontreranno.
Michael Crichton teneva a dire che due sono esistiti realmente, avversari irriducibili, così come sono autentici altri personaggi che animano il romanzo: il leggendario sceriffo Wyatt Earp e il paleontologo Sternberg, decisamente più utile alla causa della scienza dei due distruttivi colleghi.
I cercatori di ossa
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I cercatori di ossa
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