Il traditore di Roma
- Autore: Simon Scarrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2020
Col prevedibile grande successo del blockbuster Romulus sul piccolo schermo, via satellite, Roma torna sugli scudi, meglio se imbracciati, visto che ci spostiamo pur sempre al seguito delle legioni dell’Urbe fondata dal figlio della colpa, allattato col gemello da una lupa. Non siamo in televisione, però, ma sulle pagine di un romanzo di Simon Scarrow. Ogni libro un bestseller, per lo scrittore inglese nato in Nigeria e sottratto all’insegnamento dal successo mondiale nella narrativa storica, d’avventura e d’azione. È da poco tornato sugli scaffali italiani con Catone e Macrone, protagonisti del diciottesimo titolo della saga Eagles of the Empire, Il traditore di Roma, pubblicato da Newton Compton (2020, trad. A. Russo) come il precedente, Lunga vita all’Impero (2019) e tutti gli altri, a cominciare nel 2000 da Sotto l’aquila di Roma.
Quasi venti, tanti per un romanziere non ancora sessantenne, nato a Lagos nei primi nel 1962 e non sono neanche i soli, visto che vanta numerose serie epiche e che i romanzi in bibliografia toccano la quota di quarantotto, tutti di narrativa storica, a parte l’eccezione totale del giallo L’ultimo testimone e parziale di Eroi in battaglia, vicenda di spionaggio a rimbalzo con la seconda guerra mondiale, dati alle stampe da Newton Compton, manco a dirlo, nel 2018 e nel 2019.
Tornando alla saga Eagles e alla carriera militare dei due ufficiali di Roma imperiale del I secolo d.C., non può non sorprendere l’inedita malinconia di Lucio Cornelio Macrone, centurione veterano della II coorte pretoriana. Quello che per i lettori di Scarrow è più di un coprotagonista di romanzi irresistibili (quasi un amico), riflette con insolita gravità sui ventisei anni passati al servizio dell’Impero e su quelli che le Parche vorranno lasciargli. Prima, non si sarebbe lasciato andare a simili pensieri, ma ora si sente più vicino alla morte che alla gioventù. Non teme di perire per un colpo di spada, ha paura di restare menomato e invalido per il tempo che gli resta.
Lo consola osservare il suo comandante — già protetto, amico fraterno e compagno d’armi da quindici anni — Quinto Licinio Catone, tribuno della II pretoriana e prossimo solo ai trent’anni, anche se passerebbe ancora per una snella recluta, se una cicatrice bianca, dalla fronte alla guancia destra attraverso il sopracciglio, non rivelasse la lunga militanza nell’esercito. Coraggio, resistenza e cervello sono le sue qualità principali, mentre Macrone sa di possedere esperienza e forma fisica: insieme i due si compensano, si completano, è il segreto del loro affiatamento.
Le legioni sono la sua casa, Catone la sua famiglia e si è aggiunta di recente la presenza di Petronilla, la lingua tagliente lo tiene a freno, la risata allegra gli scalda il cuore. È una donna robusta, personificazione per lui della bellezza. Non si può dire lo stesso di Cassio, il cane imponente, dall’aspetto selvaggio, il pelo ispido e un orecchio dilaniato, adottato dal tribuno da un anno, nella spedizione in Armenia, dove i bravi pretoriani avevano combattuto col solito valore e perso quasi metà degli effettivi.
Ora sono in trecento, nell’accampamento di Tarso, sotto l’Anatolia, dove il legato Corbulone sta riunendo le truppe ausiliarie siriane per marciare contro i Parti. Addestra con le cattive quei giovani inesperti, per prepararli agli scontri veri: meglio botte pesanti, lividi e qualche osso rotto che scambiare l’invasione della Partia per una passeggiata.
Gli avversari devono ingannare. Indossare tuniche fluttuanti e segnare gli occhi col trucco pesante non ne fa delle donne: sono combattenti abili, cavalcano scoccando frecce con precisione, come se fossero nati in sella, caricano come un fiume in piena, che dilaga finché non incontra una diga. Le legioni devono essere quella diga, insiste Corbulone, ma occorre preparare a fondo i ragazzi siriani. Vanno svezzati, ordinati, disciplinati.
Non ci sono soltanto lame da affilare, c’è un matrimonio da celebrare. Macrone sposa Petronilla, comprata da Catone per fare da balia al piccolo figlio Lucio, orfano di madre. Affrancata da un anno, non è più schiava e meditano di andare a vivere in Britannia, dove già si è stabilita la madre del centurione.
In tema di schiavi, c’è un nuovo arrivato, Flaminio, un ex legionario avanti negli anni, mandato in rovina da un nobile prepotente e acquistato per 200 denarii, allo scopo di fare da istruttore a Lucio e avviarlo al futuro da uomo d’armi. Questo, sulle prime, il progetto di Catone, al quale il generale affida però una missione delicata: deve andare a trattare una sospensione della guerra con i Parti, impegnati alle spalle dagli Ircani, prezzolati da Roma.
È molto rischiosa. Qualora non dovesse riuscire, la delegazione non avrebbe scampo. Il legato vuole solo guadagnare tempo, per preparare meglio i soldati e re Vologase potrebbe rendersi conto che l’ambasceria è solo un espediente per rinviare le ostilità. Inoltre, Catone agirà all’insaputa dell’imperatore Nerone e per conto diretto di Corbulone, che gli affianca come consigliere Apollonio di Perga, un soggetto tutto da scoprire.
Tra inviati e scorta saranno dodici uomini, compreso lo schiavo Flaminio come guardaspalle. Non ci sarà Macrone, in procinto di partire per la Britannia, ma il legato lo porta con sé in una spedizione contro la città di Thapse.
Ribelli, agguati dei Parti, un assedio e un traditore che minaccia i Romani alle spalle. Scarrow non molla la presa un attimo, leggere i suoi libri è come volare nella storia.
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