Nel nome di Roma
- Autore: Simon Scarrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Lutti, rovine, disperazione, tutto crolla addosso ai Romani della colonia in Britannia, nei territori sudorientali dell’isola, scossi dalla rivolta icena, provocata dallo sciagurato procuratore Cato Deciano.
Decine di migliaia di guerrieri delle tribù locali, prima sottomesse a Roma, si scatenano ebbri di sangue, guidati dall’irriducibile regina Budicca. Accade nel ventunesimo titolo della saga Eagles of Empire di Simon Scarrow, scrittore di narrativa storica d’azione, tutti bestseller. Il romanzo è apparso in prima edizione in lingua originale nel 2022, da noi è in diffusione da questa estate, come sempre per i tipi Newton Compton: Nel nome di Roma (agosto 2023, 380 pagine), nella traduzione dall’inglese di Valentina Legnani e Valentina Lombardi.
Le nuove pagine dell’autore inglese, nato a Lagos in Nigeria, vedranno separati i due grandi amici, commilitoni e veterani, protagonisti irresistibili dei tanti titoli della serie. Alla fine del 60 d.C., in terra britanna l’ex centurione Macrone vive nella città di Camulodunum, magistrato anziano del Senato della colonia di ex combattenti delle Legioni. Il trentacinquenne Catone è stato posto invece dal governatore della Britannia, generale Svetonio Paolino, al comando dell’ottava coorte ausiliaria illirica. È tra le truppe destinate alle operazioni sull’isola di Mona, nelle acque del Galles, a occidente, per annientare il covo dei druidi. Sono capi religiosi tribali che non si sono mai piegati alla volontà degli occupanti, dallo sbarco nel 43, sotto Claudio imperatore.
Dopo il congedo dalle armi, Lucio Cornelio Macrone ha raggiunto la Britannia con la moglie, la coraggiosa e capace Petronella. Vi si è voluto stabilire come ha fatto la madre Porzia, che gestisce una locanda a Londinium, sempre più centro principale dell’intera colonia.
È stato raggiunto a Camulodunum dal prefetto Quinto Licinio Catone - quindi superiore militare, pur essendo più giovane e suo ex allievo - al quale la Britannia è sembrata il luogo più remoto per allontanare da Roma la compagna Claudia, già concubina di Nerone, che l’inquieto imperatore crede morta in esilio. Con loro, c’è il piccolo Lucio, figlio di primo letto di Catone, un ragazzino di otto anni pronto a tutto e orgoglioso come il padre.
Gli equilibri sono rotti dalle decisioni del generale Svetonio, in vista della spedizione contro Mona. Prima ancora, va registrata l’ascesa di Budicca, regina degli Iceni dopo la morte del marito Prasutago. Era stato l’ispiratore della sottomissione ai Romani, che lo avevano lasciato re “cliente”, in cambio di un pesante tributo annuale e dell’impegno a nominare l’imperatore di Roma suo coerede nel testamento.
Budicca è al bivio, tra la conferma della pace-sudditanza, in nome della salvezza del suo popolo e un’autonomia che solleverebbe l’orgoglio patrio ma verrebbe osteggiata dagli occupanti. Saggia, giusta, intelligente, tra i pochi Britanni in grado di parlare e scrivere in latino, s’impone sulla tribù e raggiunge Londinium, per consegnare il testamento del marito al governatore. Teme che a Nerone non basti la condivisione e che voglia tutto. Chiede a Catone, un romano che stima, di accompagnarla per sostenere il valore degli Iceni e ricordare il debito di riconoscenza di Roma nei confronti di recenti e leali alleati in Britannia.
Le casse con l’argento vengono però trafugate, Svetonio impone di versare un altro tributo, in appena tre mesi e soprattutto si verifica l’oltraggio che fa precipitare la situazione, descritto in un breve ma efficace crescendo da Scarrow.
L’incapace e presuntuoso procuratore Deciano commette un tremendo passo falso. Infastidito dall’orgoglio di Budicca, che scambia per arroganza e determinato a sottometterla “come barbara e come donna”, schiaffeggia a sangue la regina dopo un aspro confronto, senza riflettere sulle conseguenze e ignorando i consigli alla moderazione di Macrone. La fa frustare crudelmente. Non pago, impone un’oscena umiliazione alle giovanissime figlie Bardea e Merida.
Progetta di vendere come schiave lei e le sue “mocciose”, quando tutto sarà finito. Intanto, è sempre più deciso a piegarla e se non può rischiare di ucciderla, può trovare un modo per farle comprendere la lezione.
Vi piacerebbe provare qualche donna icena?
I più vicini afferrano le ragazze e le gettano ai loro piedi. Budicca lotta con tutte le forze per liberarsi, urla di prendere lei al loro posto. Deciano ride. Grida e singhiozzi proseguono, mentre gli uomini del procuratore s’incitano l’un l’altro in attesa del loro turno.
Macrone aiuta le tre vittime a fuggire e a tornare tra gli Iceni.
Le frustate e gli stupri sono la scintilla che fa divampare la rivolta e scatenare gli orrori. Le tribù britanne meridionali si uniscono in una guerra senza quartiere contro tutto ciò ch’è romano. Devastazioni, sangue, uccisioni, non c’è pietà per vecchi e bambini. Reparti minori vengono massacrati. Un’orda sconfinata di ribelli travolge Camulodunum, da cui Macrone non può fuggire. Intanto, Svetonio torna vincitore, ma le sue truppe sono poche, davanti ai britanni scatenati. Catone è in queste colonne, in ansia per la compagna e il figlio.
Cos’è stato di loro?
Una curiosità. Nelle note finali, Simon Scarrow, ch’è solito condurre ricerche puntuali sui periodi storici trattati, mette il punto sul nome esatto della regina icena: Budicca. Nel passato, la sua storia ha attratto poeti, autori, drammaturghi, alcuni responsabili della corruzione della denominazione. La più popolare era Boadicea, un errore che si è protratto fino a tempi relativamente recenti.
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