Per la gloria dell’impero
- Autore: Simon Scarrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2016
Catone e Macrone costretti a dividersi. Non è una buona notizia per i fan dei protagonisti della Eagle Series, la saga di Simon Scarrow. La serie dell’autore anglosassone nato in Africa conta ora in Italia ben quattordici titoli, con la pubblicazione del più recente a novembre 2016, “Per la gloria dell’impero”, sempre nella veste super dei grandi volumi Newton Compton (pp. 380, euro 12,00 copertina rigida, euro 4,99 ebook).
Il titolo originale inglese è Britannia, a indicare che nella lunga sequenza di romanzi sull’antica Roma è ancora ambientato nell’isola oltre Manica (il terzo, dopo “Il sangue dell’impero”, 2013 e “Sotto un unico impero”, 2014, tutti Newton Compton), mentre i precedenti undici episodi della serie legionaria hanno visto la coppia di compagni d’arme in giro per le terre sotto il dominio dell’Urbe.
Uno è Lucio Cornelio Macrone, il brusco, irascibile centurione ultratrentenne, da una vita sotto sotto le Aquile. Nel 52 dopo Cristo, dodicesimo anno di cesariato dell’imperatore Claudio, è alla testa della prima centuria della quarta coorte della XIV Legio Gemina, di stanza nella provincia britanna.
Tra i cinquemilacinquecento uomini della legione, sotto il comando del legato Gaio Quintato, ci sono gli ausiliari della seconda coorte tracia, chiamati i Corvi Sanguinari, per via del simbolo sullo stendardo. Sono cavalieri appiedati, dopo che le spedizioni sui monti a occidente della Britannia meridionale (l’attuale Galles, per intenderci) hanno causato la perdita dei cavalli. Comandante dei Corvi è il prefetto Quinto Licinio Catone, un giovane colto e riflessivo, ora superiore di grado ma prima ex allievo di Macrone, che non gli serba rancore per essere stato scavalcato nella carriera.
I due sono amicissimi, infatti. Si dovrebbe dire inseparabili, se non fosse per quanto accadrà nel romanzo. Catone si rivela più tollerante con i nativi, pur odiando i druidi, come li odiano tutti i romani, i sacerdoti dei culti pagani locali, che aizzano le popolazioni contro Roma. Per l’esperto e ruvido Macrone, invece, l’unico britanno buono è un britanno morto. Fosse per lui, li avrebbe già crocifissi tutti.
Il bravo prefetto di cavalleria soffre il clima inospitale e pensa costantemente a Giulia, la moglie che lo aspetta a Roma e che dovrebbe avergli dato il primo figlio. Il progetto è di farli venire in Britannia, appena possibile.
Quanto alla situazione militare, la provincia occupata vive un momento di assestamento, dopo la cattura di Carataco, fermato grazie all’impegno dei due ufficiali e spedito in catene all’imperatore. I territori meridionali sembrano apparentemente pacificati, ma in quelli occidentali i druidi hanno convinto Deceangli e Ordovici a stringere un’alleanza contro Roma.
Una ricognizione ha permesso a Catone e Macrone di cogliere i segni preparatori di qualche progetto insidioso delle tribù. Stavano tornando a fare rapporto al legato, quando il centurione sé è fatto stupidamente colpire alla coscia da una freccia scoccata da un ragazzetto britanno tutto pelle e ossa. Un tiro molto abile o molto fortunato. Una brutta ferita, che sanguina molto.
È l’occasione per vedere all’opera un chirurgo da campo dell’epoca e di apprendere nozioni di chirurgia militare, tratte dal “De Medicina”, il trattato di Aulo Cornelio Celso. Ben curata dall’ottimo Pausino, la gamba è risparmiata dalla gangrena, sebbene Macrone sia costretto a mesi di convalescenza. Questo mette il ferito fuori gioco: non può partecipare alla spedizione decisa da Quintato, per spegnere sul nascere il focolaio di rivolta. Intende addentrarsi in territorio britanno ad ovest e aggredire l’isola di Mona (oggi Anglesey), cuore del culto druidico.
Il centurione dovrà restare al comando del forte (che i legionari chiamano sarcasticamente per la sua debolezza Stultitia imperatoris, la follia dell’imperatore). La guarnigione è composta da due centurie di ragazzi imberbi, di invalidi e di scarti delle altre unità.
L’ambizione del legato costringe i due amici a separarsi, ma la brama di vittoria espone l’intera presenza romana in Britannia ai rischi di una scommessa azzardata. Gaio Quintato vuole liquidare i druidi, colpendoli nel luogo in cui custodiscono i boschi sacri. Ed ha un’urgenza tutta sua di farlo, per prendere i meriti dell’impresa prima dell’arrivo del nuovo governatore, Aulo Didio Gallo, nominato da Claudio.
Ma puntare tutto in un colpo solo, sottovalutando l’avversario, non ha mai portato bene a nessuno. Guai in vista per Catone e Macrone, dopotutto non è una novità per loro. Ne hanno viste tante!
Per utilità dei lettori, gli altri romanzi di Simon Scarrow in ordine di uscita nella Eagle series sono “Sotto l’aquila di Roma”, “Roma alla conquista del mondo”, “La spada di Roma”, “Roma o morte”, “La battaglia finale”, “La profezia dell’aquila”, “L’aquila dell’impero”, “Il centurione”, “Il gladiatore”, “La legione”, “Il pretoriano”, “Il sangue dell’impero”, “Sotto un unico impero”, “Per la gloria di Roma”, tutti pubblicati da Newton Compton.
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