L’impero. Roma ha vinto
- Autore: Anthony Riches
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2023
Anthony Riches: il padre e il nonno hanno servito nell’esercito britannico durante le guerre mondiali, per questo ha rivolto parte del suo interesse verso la storia bellica, tanto da laurearsi in studi militari nell’Università di Manchester.
Si è dedicato però per un quarto di secolo al management di progetti aziendali prima di mettere a frutto la capacità di scrivere romanzi, a lungo affinata. Solo nel 2009 ha dato alle stampe il primogenito di una cospicua bibliografia, da grande firma di thriller, spy story, avventure e soprattutto narrativa storica d’azione, ambientata in particolare nell’età romana antica. Questo L’impero. Roma ha vinto (in origine River of gold ), pubblicato in Italia da Newton Compton l’anno scorso (aprile 2022, 349 pagine), nella traduzione di Valentina Legnami e Valentina Lombardi, è l’undicesimo episodio della serie “Empire -L’impero”, aperta proprio dal primissimo titolo del romanziere che vive nell’Hertfordshire, La spada e l’onore (Newton Compton, 2012). Il più recente, da noi, sempre nella bella veste editoriale del marchio capitolino, è La vendetta del gladiatore (gennaio 2023), ma oltremanica Riches vanta già il tredicesimo della saga, Storm of gold.
Empire, la saga Impero, propone le avventure di Marco Valerio Aquila, alla fine del II secolo dopo Cristo, ufficiale romano al comando di un reparto di ausiliari Tungri nelle legioni di Roma e di alcuni amici fidati, tutti di origini barbare, arruolati nelle armate imperiali.
I Tungri erano una tribù germanica, popolavano l’attuale territorio della Mosa, mentre il loro comandante è un nobile dell’Urbe, scampato all’eccidio dell’intera famiglia decretato dall’avido Commodo. Marco, figlio adottivo di uno sfortunato senatore, si è nascosto con un nome fittizio (Marco Tribulo Corvo) tra le truppe impegnate nelle province esterne (Britannia, Gallia, Balcani, Medio Oriente). Si è battuto e si batte con coraggio, allo stesso tempo cacciato e cacciatore (braccato dai sicari dell’imperatore, insegue tenacemente la vendetta personale).
Le vicende si svolgono a cavallo del terzo secolo, un periodo storico “duro e affascinante” secondo Riches.
Nell’undicesimo titolo, dopo aver salvato la vita dell’imperatore a Roma, come si legge sul sito dell’autore, Marco è inviato con la coorte tungra e i compagni ad Alessandria, ricca e corrotta metropoli filogreca in Egitto. Qualcosa si agita ai confini, un nemico sconosciuto massacra la guarnigione dell’ultimo avamposto dell’impero davanti al misterioso regno di Kush, interrompendo i collegamenti con il porto di Berenice sul Mar Rosso, essenziale per il commercio delle ricchezze d’Oriente.
Cleandro, potente e ambiguo consigliere dell’imperatore, ordina al tribuno Scauro di raggiungere l’Egitto meridionale con i suoi uomini, tra i quali Aquila. È una missione suicida, con una flebile speranza di successo. Una piccola forza di legionari, sia pure ben addestrati, dovrebbe ristabilire il potere di Roma in una terra lontana e desertica, avendo la meglio sul forte l’esercito del sovrano di Kush, dal pugno di ferro.
Interessanti due brevi contributi proposti in appendice dal popolare scrittore nato nel 1961 a Derby. Il secondo testo è una sempre puntuale descrizione dell’assetto dell’esercito romano nel 182 d.C., il primo si sofferma sul semisconosciuto regno kushita, nel quale si sviluppa gran parte del romanzo epico-storico.
Nel far presente che in genere le conoscenze su Roma antica gli sono sempre bastate, riconosce che questa volta scrivere di remote province romane ha richiesto impegnative ricerche preliminari e un anno intero di lavoro. Ammette di avere affrontato aspetti inediti, relativi alla malnota Kush, o Meroe com’era comunemente chiamata, che pure ha rappresentato una grande potenza locale nel mondo antico.
Alla fine del II secolo era sull’orlo del declino, dopo una lunghissima storia.
Cresciuta fin dal periodo arcaico greco, è stata una delle civiltà più longeve di sempre, con un’amministrazione civile, una religione e una cultura ben sviluppate. Esisteva da oltre duemilacinquecento anni, mentre Roma veniva fondata, nella prima metà dell’ultimo millennio prima di Cristo. I principali monumenti religiosi avrebbero fatto impallidire il Partenone e l’Acropoli di Atene. Nel 1700 a.C., la città di Kerma contava diecimila abitanti e ospitava grandi edifici, palazzi, granai, magazzini, svariate miglia di canali, entro un sistema di mura. La sua gente praticava proficui scambi commerciali su lunghe distanze.
L’asse d’espansione militare guardava prevalentemente a sud del Nilo. All’apice, quando i suoi sovrani ebbero la meglio sugli egizi durante la venticinquesima dinastia, i possedimenti si estendevano fino a Gerusalemme e Tiro. Kush ha contribuito a plasmare l’Egitto nella stessa misura in cui l’Egitto ha influenzato Kush.
Nel 200 a.C., il declino del regno tolemaico spinse Roma a intervenire per arginare la crisi nel Delta e non perdere il prezioso approvvigionamento di grano.
Due secoli dopo, il primo imperatore Augusto annesse la provincia egiziana e puntò a stabilire il controllo dell’area a meridione di Tebe e Assuan, appartenuta a Kush per un secolo. Secondo Strabone, il re kushita Teritegas si spinse nell’Alto Egitto nel 27 a.C., distruggendo i simboli dell’Urbe, ma Roma contrattaccò, schierando solo diecimila uomini contro i trentamila avversari. Legionari esperti, ebbero la meglio e saccheggiarono Napata, la città santa dei Kushiti, uccidendo il re e l’erede, anche se la vedova continuò il conflitto, fino a una pace non ingenerosa per Meroe.
Roma ha vinto. L'impero
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