L’isola dei morti
- Autore: Valerio Massimo Manfredi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
"L’isola dei morti", pubblicato nel 2005, è un breve romanzo di Valerio Massimo Manfredi, topografo del mondo antico, saggista, giornalista e sceneggiatore che, grazie alla sua profonda conoscenza della storia ed alla sua brillante capacità narrativa, dà vita ad un racconto intrigante che ha il sapore di un vero giallo. La storia narra del ritrovamento di una galea veneziana, lunga una trentina di metri, risalente al quattordicesimo secolo, all’epoca della Serenissima Repubblica, affondata nelle acque non proprio limpide di San Marco in Boccalama, un’isola della laguna veneta usata come luogo di sepoltura dei morti di peste nel 1348 (scomparsa nel corso del XVI secolo). Le complesse operazioni di recupero della nave, finanziate dalla Fondazione Foster, una ricca struttura culturale di una grossa azienda di telecomunicazioni che ha sede a Londra, sono condotte da un gruppo di esperti che, dopo aver prosciugato l’acqua della laguna, scava nel fango e nella melma per far emergere la nave. Uno degli esperti, il topografo Lucio Masera, nell’osservare quel relitto, costruito con formidabile perfezione dai «proti», gli ingegneri navali veneziani dell’Arsenale, il più grande e segretissimo cantiere navale allora esistente, visitato da Dante Alighieri nella sua missione a Venezia nel 1321, ricorda alcuni versi dell’Inferno: “Quale ne l’arzana de’ Viniziani/ bolle l’inverno la tenace pece/ a rimpalmare i legni lor non sani”. Proprio Masera scopre un graffito inciso nel legno del paramezzale della nave, una mappa in cui è evidenziato un punto della laguna o dell’isola stessa che indica forse il luogo in cui si cela un mistero e, nel seguire la sua indagine, chiede aiuto a Rocco Barrese, il filologo romanzo, ad Alberto Fossa, a Stefano Marras e ad Agostino Fanti, un mago delle tecnologie avanzate. Sulla nave si trova anche qualcos’altro di leggibile, una pergamena il cui messaggio è in alcuni punti cancellato a causa della lunga immersione nell’acqua salata. Ma il presidente della Fondazione Foster, Sir Basil Foster ed un suo collega, Micheal Liddael-Scott, durante i caotici lavori di scavo, la sottraggono illegalmente e la nascondono. Per quale motivo? Quale incredibile informazione può contenere? E quale legame esiste tra la pergamena ed il graffito inciso nel legno? Lucio Masera ed i suoi amici inseguono indizi vecchi di secoli che si intrecciano tra loro, per portare alla luce un tesoro universale, un patrimonio assoluto dell’umanità. Ma qual’è questo tesoro unico e di incommensurabile valore, rimasto sepolto per sette secoli sul fondo della laguna a poche spanne dalla superficie? Come nei migliori gialli, il mistero si scoprirà solo alla fine del racconto.
"L’isola dei morti" non è certamente tra i romanzi più avvincenti di Valerio Massimo Manfredi ed il finale potrebbe risultare deludente. Rispetto ad altri romanzi del noto e brillante scrittore che presentano un linguaggio chiaro ed efficace che colpisce l’attenzione del lettore e lo rende ancor più interessato, la lettura di questo racconto può diventare a tratti pesante a causa di un linguaggio a volte complesso e troppo ricercato, indice sicuramente dell’ampia conoscenza dell’archeologia che contraddistingue l’autore, ma che potrebbe stancare il lettore.
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