La bambola cieca di Giorgio Scerbanenco

In una realtà alla CSI, con moderni strumenti di indagine e laboratori ultratecnologici, non può che far sorridere lo strano metodo investigativo di Arthur Jelling che in realtà non è un detective, ma un semplice archivista della polizia di Boston, con un fiuto incredibile per dipanare le matasse più intricate e risolvere i casi prima ancora che gli omicidi si compiano.
Questo è il motivo per cui gli viene affidato l’incarico di scoprire chi minaccia di morte il chirurgo che vuole ridare la vista a un miliardario rimasto cieco in seguito a un tragico incidente stradale.

Alberto Déravans deve essere operato con una tecnica innovativa che pochi sanno utilizzare, ma i chirurghi che si offrono di aiutarlo cominciano a morire come mosche e il killer minaccia di uccidere chiunque altro tenti di ridargli la vista.
Molte persone ruotano intorno alla figura del non vedente e tutti avrebbero validi motivi o interessi personali per non volere che costui ritorni a vedere: il fratello da sempre vissuto all’ombra, la neo fidanzata, la dottoressa che lo assiste alla clinica in cui è ricoverato e i Dundley, una coppia di scrocconi e parassiti che vivono nella casa dei Déravans.
Con i suoi metodi intuitivi e stravaganti e con il suo modo di fare sempre timoroso e impacciato, Jelling non riesce a spaventare l’omicida, ma incute tenerezza agli interrogati che si lasciano quindi andare a confidenze mettendolo sulla pista giusta.

La bambola cieca è stato scritto nel 1941, quindi non deve stupire il linguaggio molto cortese e perbenista all’interno della narrazione e nemmeno la metodologia di indagine poliziesca ormai superata, tuttavia i personaggi sono talmente ben delineati e la trama così avvincente e misteriosa, che si arriva alla fine col dubbio di chi possa essere l’assassino.

L’autore, Giorgio Scerbanenco, ha scritto numerosi romanzi gialli, ma ne La bambola cieca (riproposto dalla casa editrice Sellerio nel 2008) riesce a unire anche aspetti magici e di superstizione alla vicenda narrata, conferendo quindi un tocco di colore e di novità rispetto a quello che poteva essere il panorama noir negli anni quaranta. Ecco perché una misteriosa bambola priva degli occhi riuscirà ad aiutare Jelling a risolvere l’enigma...