La condanna
- Autore: Walter Veltroni
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
La condanna (Rizzoli 2024) è il nuovo libro di Walter Veltroni, nato a Roma il 3 luglio 1955, giornalista, scrittore, ex direttore dell’Unità, ex vicepresidente del Consiglio, già sindaco di Roma, ex segretario del Partito democratico e candidato premier alle elezioni politiche del 2008.
“Giovanni, tra un po’ devo, o meglio voglio, fare una pagina sul caso Carretta, mi trovi la documentazione?”.
Se chiedessimo ai Millennials chi era Donato Carretta (Lavello, 9 febbraio 1891 – Roma, 18 settembre 1944), direttore della Colonia Penale dell’Asinara negli anni Trenta e in seguito del carcere di Regina Coeli fino alla liberazione di Roma, noto per essere stato linciato durante il processo all’ex questore della città Pietro Caruso, saprebbero rispondere?
Senza voler fare i maestri saccenti, crediamo di no, perché la Storia, imparata svogliatamente sui banchi di scuola, non è molto amata dalle giovani generazioni, forse perché erroneamente ritenuta noiosa, con tutte quelle nozioni e date da ricordare. Eppure la Storia è “maestra di vita”, come sosteneva un certo Cicerone.
Quindi il giovane Giovanni, di anni ventiquattro, protagonista di questo intenso romanzo, che lavora nella redazione di un giornale romano, non si deve sentire in colpa se non conosce la tragica fine di Donato Carretta, della cui vicenda il giornalista Sergio Fabiani, caposervizio alla cultura, si vuole occupare. Giovanni è uscito dall’ufficio di Fabiani rendendosi conto, con imbarazzo, che non aveva avuto il coraggio o l’onestà di dire la verità:
“Che io non so assolutamente chi sia questo Carretta”.
Occuparsi del caso Carretta rappresenta per il giovane un’occasione unica per imparare, apprendere dal passato, pensiamo ai “corsi e ricorsi storici” di Giambattista Vico, tornare nei luoghi della tragedia, il Palazzo di Giustizia, il Tevere, “Regina Coeli”, per scavare su questo orribile accadimento, anche per dimostrare ai lettori, giovani e meno giovani, che vale ancora la pena acquistare un quotidiano.
Del resto, è stato proprio il padre di Giovanni, un bravo maestro di scuola, morto di infarto quando il suo unico figlio aveva solo quattordici anni, a insegnargli che i giornali erano la messa laica, che leggerli e metabolizzarli era l’unico modo di essere cittadini consapevoli. Per sua fortuna il maestro non ha fatto in tempo a vedere l’imbarbarimento dell’informazione, drogata dai social, e la crisi dei suoi amati quotidiani, quelli che padre e figlio leggevano insieme la sera, prima di cena. Però sarebbe felice di sapere che il suo unico figlio, Giovanni, ora lavora in un giornale e, quando la redazione si svuota, è responsabile di tutto quello che accade.
E allora, forza Giovanni, ricorda a chi allora era piccolo e a chi non era ancora nato, ai tuoi distratti coetanei, come accadde che, quasi 80 anni fa, nella Roma liberata dal fascismo e dall’occupazione nazista, un uomo venne massacrato dalla folla inferocita, ingiusto episodio di giustizia sommaria.
Dopo aver indagato su cosa accadde a Roma e in Italia nel luglio del 1943 nel romanzo La scelta, l’autore attraverso Giovanni ricostruisce in questo romanzo un fatto dimenticato, ma ancora attuale, che ci fa comprendere il difficile presente che stiamo attraversando.
“Ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente: ho consultato Google”.
La condanna
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