La donna gelata
- Autore: Annie Ernaux
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2021
Continua da parte della casa editrice L’Orma la pubblicazione delle opere della scrittrice francese Annie Ernaux, un’autrice divenuta di culto anche per i lettori italiani, per le lettrici forse di più, che trovano nella sua scrittura, che non esito a definire acuminata, la descrizione più lucida e talvolta spietata di sentimenti e relazioni che si danno per scontate (e in realtà per molte donne non lo sono affatto).
Nella puntuale traduzione di Lorenzo Flabbi, possiamo dunque leggere in italiano La donna gelata (L’orma, 2021), come si definisce parlando di sé la voce narrante del romanzo autobiografico che Ernaux dedica al rapporto con la realizzazione nella vita di coppia, nel lavoro, nella maternità.
Realizzazione è un termine che suona positivo nella consueta accezione, ma quanta fatica, quante frustrazioni, quanti ostacoli, quanta disperazione si leggono nel lungo processo che porta la bambina figlia della volitiva padrona di una drogheria di provincia, nel nord della Francia degli anni cinquanta, e di un padre materno che cucina e fa la spesa, a divenire una studentessa di lettere con il sogno di diventare professoressa. Durante gli studi incontra il ragazzo che diventerà suo marito, decidono dopo molte esitazioni di sposarsi e cominciano una vita di coppia alla pari: amano le stesse cose, rimuovono gli stessi stereotipi, inseguono le loro priorità e danno forma ai loro gusti culturali ed estetici. L’arrivo della prima gravidanza e del primo bambino cambierà tutto: lui lavora tutto il giorno e comincia lentamente a dare per scontato che lei si occupi dei pasti, della casa, del bambino. “Picio” diviene così il freno, il punto di rottura nella vita della coppia anticonformista che lei credeva di impersonare.
Le riflessioni amare che la scrittrice pone nelle pagine del libro sono quelle di moltissime donne della sua generazione e non solo: momenti di libertà legati al sonno del bambino, momenti tutti per sé nei quali ritrovarsi, ostilità nei confronti del partner che si credeva complice e si scopre egoista e maschilista quanto basta a esserne delusa. La spesa, il lavaggio della biancheria, i pasti che devono essere variati e succulenti (lui è stanco e lavora tutto il giorno) ci riportano ad atmosfere note, conosciute, vissute con dolore e talvolta rassegnazione. Qual è davvero la parità nella coppia? L’accudimento deve essere prerogativa prevalentemente, se non solamente, femminile?
“Mai la danza leggiadra, lo straccio passato con amore, i pomodori tagliati come boccioli dischiusi. Io andavo a passo di carica, in un incessante galoppo domestico per ritagliarmi un’ora della mattina, spesso una pia illusione, e soprattutto per precipitarmi verso la grande breccia della giornata, il tempo per sé, finalmente ritrovato, ma sempre minacciato; il pisolino di mio figlio”
Ci sono tante citazioni in queste poche righe, penso a Virginia Woolf e al desiderio di una stanza tutta per sé, penso a Simone de Beauvoir e naturalmente per i termini usati a Marcel Proust.
Ernaux è una grande scrittrice, testimone delle grandi questioni del femminismo, del ruolo della donna nella famiglia, capace comunque di raccontare con spietata consapevolezza le miserie del quotidiano nella vita di tutte le donne, quelle non rassegnate a un ruolo predeterminato che da secoli la società assegna loro.
La madre preferiva contare i soldi dell’incasso del negozio, il padre pelava le patate e allevava la figlia: da questi modelli alternativi si è sviluppata la capacità della narratrice di sottrarsi alle convenzioni più ovvie. La seconda maternità, il piccolo “Cacio”, viene vissuta con meno angoscia, maggior accettazione, più consapevolezza: le riflessioni nelle ultime righe del libro, tuttavia, non nascondono l’amarezza:
“Sono finiti senza che me ne accorgessi, i miei anni di apprendistato. Dopo arriva l’abitudine. Una somma di intimi rumori d’interno, macinacaffè, pentole, una professoressa sobria, la moglie di un quadro che per uscire si veste Cacharel o Rodier. Una donna gelata.”
La scrittura di Annie Ernaux ci colpisce, ci interroga, ci intriga sempre, ci costringe a ripensare alla nostra condizione esistenziale, senza sconti o scorciatoie di comodo. Il suo è un grande atto di coraggio, una testimonianza preziosa.
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