La tigre che dorme di Rosamunde Pilcher

Scoprire le proprie origini. Tutti noi abbiamo una vocina dentro che, spesso, ci dà consigli. Magari non obbediremo sempre, però l’ascoltiamo. Altre volte, invece, la vocina impartisce veri e propri ordini e noi non possiamo far altro che recitare il nostro ruolo di marionette improvvisate e obbedire. Questo è ciò che accadrà a Selina, la protagonista de La tigre che dorme di Rosamunde Pilcher (Mondadori, 1991).

Un bel giorno Selina decide di abbandonare Londra e la sua vita (un mesto fidanzato, nulla di eclatante) per volare in Spagna e atterrare in un’isola affascinante e misteriosa. Il motivo? Cercare il padre che non ha mai conosciuto. Tutto qui, nulla di più. In teoria, perché l’isola le presenterà ben presto il conto, sotto forma di nuovi incontri e scoperte che la cambieranno profondamente e Selina dovrà soltanto accettare di essere diventata un’altra persona. Diversa? Forse. Migliore? Potete scommetterci.

Rosamunde Pilcher ci dona una storia leggera eppure affascinante, una vicenda che partirà in sordina prima di esplodere in tutto il suo calore. Personaggi dettagliati, dialoghi serrati e colpi di scena per un qualcosa di semplice che però ascolteremo con piacere. Parole dedicate a chi cerca un po’ d’amore e sincerità in una vita forse troppo frenetica, pagine amichevoli che doneranno un po’ di buonumore a chi deciderà di ascoltarle.
La tigre che dorme è un libro semplice, certo. Ma non per questo banale.