Le lacrime degli eroi di Matteo Nucci

Soltanto chi piange a viso aperto, senza vergogna, ma con violenza e disperazione, può essere definito coraggioso. Gli eroi omerici, eroi veri, quelli cui di fronte alle famose gesta rimaniamo rapiti ad ogni età, lo fanno, piangono, si disperano, si nutrono di lacrime e sanno quando è il momento di smettere e agire. Gli eroi omerici, Achille, Ettore, Odisseo, mostrano tutta la loro forza e umanità, la loro superiorità, prendendosi del tempo per piangere di nostalgia, di rabbia e di dolore.
Omero, o chi per lui, lo sapeva bene e li ha resi immortali, li ha resi magici agli occhi di tutte le generazioni che hanno letto o studiato o semplicemente ascoltato l’Iliade e l’Odissea. Lo stupore del lettore davanti all’eroe che piange si trasforma in commozione, in vicinanza, in palpabilità, fa sentire noi tutti potenziali eroi nella vita di tutti i giorni, con le nostre debolezze, contro le sfide tutte umane che ci caratterizzano.

È Platone che rinuncia consapevolmente a questa visione interpretativa dell’uomo moderno auspicando un concetto di forza che escluda rigorosamente le lacrime, per riuscire a crescere bambini privi di debolezze, adatti al comando. Con l’avvento del filosofo Platone, quindi, le lacrime degli eroi diventano perdute.

Ci pensa Matteo Nucci a riproporle in un saggio stupendo, potente come solo i miti sanno essere, “Le lacrime degli eroi” (Einaudi, 2013), nel quale ripercorre geograficamente e storicamente le tappe delle vicende omeriche presentandoci gli eroi con le guance rigate di lacrime, affascinanti e fragili, di una forza rinnovata, splendente.

Seguiamo le vicende di Odisseo e di Achille, ormai familiari, sotto una nuova prospettiva, una nuova luce che li fa amare ancora di più. Un libro indispensabile, imperdibile, indimenticabile.

“[…] solo chi era davvero capace di piangere sarebbe stato l’esempio del vero coraggio. Quella era la vera discesa all’Ade, la vera morte prima di morire, la vera iniziazione per diventare a pieno titolo uomini.”