Maurice o La capanna del pescatore
- Autore: Mary Shelley
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2003
Quelle che seguono sono le prime parole dell’introduzione di Claire Tomalin al libricino di Mary Shelley, “Maurice o la Capanna del pescatore” pubblicato dall’editore Arnoldo Mondadori con testo inglese a fronte (Collana Grandi Classici, 2003, pp. 56, euro 9,00):
“All’inizio del novembre 1997, di ritorno da una settimana di vacanze, nella lunga striscia di messaggi stampati in mia assenza ho trovato un fax proveniente dall’Italia. Era scritto a mano e firmato da un nome sconosciuto: Cristina Dazzi. Diceva di aver trovato qualcosa che riteneva essere un «autografo inedito di un racconto di Mary Shelley». Ne dava il titolo: Maurice, or the Fischer’s Cot”.
Nell’estate del 1820, infatti, Mary Shelley è a Pisa ospite di Lady Mountcashell, una nobildonna che, da bambina, aveva avuto come governante proprio la madre della scrittrice, morta mettendola al mondo: Mary Wollstonecraft (considerata l’antesignana del femminismo liberale, grazie soprattutto alla sua opera principale, A Vindication of the Rights of Woman, “Rivendicazione dei diritti della donna”).
Ed è per la piccola Laurette, figlia di Lady Mountcashell, che Mary Shelley scrive “Maurice”. Nell’estate del 1997, 177 anni dopo la nascita di Maurice, il manoscritto viene appunto ritrovato da Cristina Dazzi (che ha curato la traduzione del libro per Mondadori) nella casa di famiglia a San Marcello Pistoiese e se ne dà conto nell’introduzione già citata.
Si tratta di un romanzo veramente molto breve che narra la vicenda di un ragazzino che dopo essere fuggito dalla casa genitoriale trova un rifugio sicuro nella capanna di un pescatore che, rimasto vedovo, lo accoglie e lo tratta come fosse suo figlio. Ma alla morte dell’uomo il giovane protagonista non rimarrà comunque solo perchè lo noterà qualcun altro il cui destino è incrociato a doppio filo col suo.
“Maurice” venne ideato dalla sua meravigliosa autrice quando il Romanticismo era ai suoi massimi livelli. Gli argomenti della novella sono, infatti, tipicamente romantici: la vulnerabilità della fanciullezza, i rapporti con i genitori che, in quell’età inevitabilmente si complicano, il tempo che scorre, il dolore, la perdita, l’amore per la natura.
Mary Shelley aveva comunque già scritto e pubblicato il suo capolavoro, “Frankenstein o il Prometeo moderno” (trovate qui la recensione sul nostro sito ) e di cui ricorrono, tra l’altro, i duecento anni dall’uscita, essendo stato dato alle stampe nel 1818. Inoltre, aveva alle spalle anche un altro romanzo, un po’ particolare in quanto avente come tema l’incesto, dal titolo Mathilda (1819), rimasto inedito fino al 1959. C’è da dire che gli argomenti alla base di Maurice sono per molti aspetti gli stessi che hanno riguardato l’infanzia di Mary Shelley dato che, come si è detto, aveva perso la mamma nascendo e aveva avuto una madre adottiva arcigna. Per non parlare della sua vita piuttosto sui generis, in particolare se riferita all’epoca, e dei numerosi lutti che l’hanno costellata.
Concludendo, si può affermare che “Maurice o la Capanna del pescatore” è una storia adatta a tutti: non solo ai giovanissimi cui è destinata ma anche agli adulti. Anzi, l’ideale sarebbe leggerla insieme, visto proprio i temi di fondo e i buoni sentimenti che la pervadono.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Maurice o La capanna del pescatore
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