Nel territorio del diavolo. Sul mistero di scrivere
- Autore: Flannery O’Connor
- Casa editrice: minimum fax
E’ bella la copertina rossa sanguigna di questo libro e il campanile che pende da una parte, in una foto che si potrebbe dire fatta con una prospettiva gotica: l’uomo in basso che fatica e un Dio altissimo. Nel territorio del diavolo. Sul mistero di scrivere edito dalla Minimum Fax a cura di Robert e Sally Fitzgerald è una raccolta di... come si potrebbe chiamarli? Una raccolta di: ecco cosa ne penso della scrittura di Flannery O’Connor.
Flannery O’Connor - per chi non la conoscesse - è un po’ una castissima e severissima diva dell’arte del racconto. E’ americana, è nata nel 1925 e morta che non aveva nemmeno quarant’anni.
Per chi ha letto i suoi racconti, ecco, diciamo che questa non è una lettura imprescindibile. Nel territorio del diavolo non aggiunge altro a ciò che si può ricavare dalla lettura di uno dei suoi racconti o del suo romanzo Il cielo è dei violenti, né del resto sciupa il piacere al suo fan svelandogli misteriosissimi trucchi o mezzucci che la narratrice è solita usare per ammaliare il suo lettore. Niente di tutto questo. Credo che chiunque decida di leggere Nel territorio del diavolo sia spinto necessariamente e quasi esclusivamente dalla curiosità di andare a fare quattro passi con questa donna, di visitare, di sbirciare un po’ la sua casa, o semplicemente di guardarla ancora una volta fare ciò che sa fare meglio: raccontare. E anche quando racconta - per la verità pochissimo- di sé lo fa molto bene.
Vuoi sapere un po’ qualcosa su quello che faccio? Ok. Vuoi che ti spieghi un po’ come la penso? Ok. Sembra dirci ad ogni pagina la O’Connor e le sue risposte sono molto precise, chiare e sì, un tantino didattiche, tipo questa:
“Chiamerò storia un testo narrativo di qualsiasi lunghezza, si tratti di un romanzo o di un’opera più breve, anzi la chiamerò storia ogniqualvolta personaggio e avvenimenti particolari si influenzino a vicenda formando una narrazione con un suo significato”.
Vengono fuori due aspetti essenziali della personalità della scrittrice:
- il posto da cui viene e di cui scrive, il sud degli Stati Uniti, la bible belt degli anni trenta e quaranta
- la sua fede cattolica.
La Georgia di Flannery è molto simile alla Palestina del Vangelo, con i farisei, i templi profanati riempiti di venditori ambulanti di bibbie che rubano le protesi a delle amputate. Un mondo pieno di diversi, di paria, di adultere e samaritane, di traditori, di approfittatori, di morte, di violenza, di soldati che mozzano le orecchie ai servi, di crocifissioni di innocenti. E allora qual è il messaggio che una narratrice credente cattolica come lei è venuta a darci? Il messaggio è che la grazia esiste e che molto, molto saltuariamente alberga in questo fango. L’annuncio è che la vita che salvi può essere la tua.
Flannery O’Connor è una scrittrice non convenzionale, un po’ strana, a dirla tutta. Aveva una fissazione per i pavoni, di cui parla molto anche qui. In queste sue parole raccolte qui dentro troverete tutta la sua forza, la sua passione, il suo credo.
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