Occhi nel buio di Luigi Guicciardi

Guardare. Anche quando non dovremmo.
Estate, il caldo come protagonista assoluto. E se, come me, vivete nella bassa padana, sapete che c’è anche un bel po’ di umidità, a tenerci compagnia.
Uscire da quelle quattro mura, soprattutto di sera, quando un poco di fresco giunge a stemperare la calura del giorno appena trascorso, è una vera e propria benedizione. Una passeggiata, un gelato. Un incontro piccante…
E qualcuno che guarda, qualcuno che forse non ha molta fortuna con l’altro sesso e si limita a rubare gli stanti altrui, richiamandoli nella propria mente per un piccolo tornaconto personale.

Guardare è eccitante, certo, però si può fare anche altro, per esempio rapinare le ignare coppie che, per uscire da quella storia imbarazzante nel più assoluto silenzio, assecondano il malvivente improvvisato.
Poi, una sera, uno sparo. Da lì in poi inizieranno le rogne, ovvero il ritrovamento dei primi cadaveri. Vittime che apparentemente non hanno nulla in comune, eppure il buon Cataldo vedrà quel qualcosa che solo lui può notare e inizierà a seguire un percorso ben definito, un percorso che lo porterà a concentrarsi in un punto preciso, e solo allora capirà che…
Luigi Guicciardi torna con "Occhi nel buio" con il mitico Cataldo e lo fa con il suo stile, semplice eppur mai banale.

Una storia che prende dopo poche righe, un intreccio creato ad arte per una vicenda che rimarrà con un bel punto interrogativo fino alla fine, per poi rivelarsi a noi senza veli… Un libro da leggere con piacere, seduti sulla poltrona in una fredda giornata di pioggia o sotto l’ombrellone, al riparo dalla calura estiva.