Più grande di noi. Confessioni di un pescatore a mosca
- Autore: Raul Montanari
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Questo piccolo libro di Raul Montanari ‒ autore di numerosi romanzi e di testi teatrali, saggista, traduttore di classici greci e latini nonché di opere letterarie in lingua inglese ‒ è un memoir con il quale lo scrittore tocca, nel narrare la nascita e l’evoluzione della sua passione per la pesca, molti temi importanti. Si intitola Più grande di noi. Confessioni di un pescatore a mosca (Hopefulmonster, 2022).
Colpisce subito la profondità delle riflessioni dell’autore, che però vengono offerte al lettore con calviniana, sorridente leggerezza. In quattordici capitoli, l’autore ripercorre le sue esperienze di pescatore a mosca, le prime risalenti all’infanzia, e descrive le relazioni con le compagne di vita e di pesca, con gli amici pescatori; le pagine più divertenti sono proprio quelle dedicate a una galleria di gustosi ritratti dei vari tipi di pescatore.
Come nasce una passione destinata ad accompagnarci per tutta la vita? Di solito nasce in sordina, in modo pressoché casuale, perché le circostanze favoriscono l’incontro con qualcosa che attrae e affascina, di cui ci s’innamora. Nel caso di Montanari, si tratta di una passione che lo accompagna da quando, bambino, trascorreva le vacanze estive presso i nonni, al lago d’Iseo. Grazie al dono della prima canna da pesca da parte dell’amatissima nonna bergamasca, l’autore, allora appena decenne, sperimentò l’emozione primordiale della cattura di una preda. Imparò a conoscere e amare l’acqua, elemento dai molti significati simbolici, che richiama il liquido amniotico e rappresenta la culla della vita.
Con la crescita, anche la passione per la pesca si evolve, si fa più matura. Raul Montanari, da pescatore di lago ‒ distesa d’acqua immobile in cui si affonda ‒ diventa pescatore di fiume, di torrente, acqua tumultuosa che si muove e che trascina. Già a proposito del lago l’autore dice che esso è "più grande di te, più grande di noi" e anche "più forte di noi". E pure il fiume è "più grande di me, più forte di tutti noi: il fiume mi sopravvivrà. Non riuscirò mai a penetrare fino in fondo i suoi misteri".
Uno degli aspetti più interessanti del memoir è il racconto della crescita dell’autore non soltanto come sportivo appassionato che affina nel tempo le sue tecniche, ma anche (e soprattutto) come persona. Nel tempo, muta il suo atteggiamento nei confronti della preda, dell’atto stesso del pescare e del suo significato:
“Ci ho pensato a lungo e alla fine l’ho capita, questa cosa semplicissima: io vado a pesca per catturare i pesci. Non per ucciderli o mangiarli, perché ormai da trent’anni li libero con tutta la gentilezza possibile affinché a loro, dell’incontro con me, non rimanga nemmeno il ricordo”.
E, nel capitolo in cui Raul Montanari scrive questo passaggio (il nono capitolo, La cattura), troviamo alcune delle riflessioni più interessanti e profonde del memoir, che in fondo, come sempre la buona letteratura, parla della vita, della morte, del rapporto fra gli esseri umani e il mondo che li circonda. E qui l’autore rivela il senso più profondo della sua passione per la pesca:
"Voglio toccare il cuore stesso del mondo, compenetrarmi con esso. Voglio sentire la vita nelle mani e averla negli occhi, stanarla dai suoi nascondigli ed essere certo, una volta di più, che la mia, di vita, è una piccola cosa immersa in questo fiume inconoscibile..."
Più grande di noi. Confessioni di un pescatore a mosca
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