Robin Hood
- Autore: Alexandre Dumas (padre)
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il bambino fu dunque chiamato Robin Head; ma in seguito, senza che se ne conosca la ragione, il cognome Head diventò Hood, e il piccolo straniero divenne poi celebre col nome di Robin Hood”.
Il celebre romanzo di Alexandre Dumas narra le vicende di “Robin Hood”, eroe popolare dell’Inghilterra, vissuto intorno al 1200 nell’epoca medievale. Personaggio per metà storico e per metà leggendario, ispiratore di alcune opere della letteratura inglese, viene immaginato come un generoso fuorilegge sassone o come semplice bandito dell’epoca.
Il “Robin Hood” di Alexandre Dumas è un ragazzo rimasto orfano e affidato alle cure e all’amore di Gilbert e Margaret Head quando ancora era un neonato. Il giovane arciere, figlio adottivo del guardaboschi è tanto combattivo quanto vittima del fascino della giovane Marian. È anche leale e vendicativo, per questo farà il possibile per difendere i suoi amici e vendicare i torti subìti.
“La mia vita non è poi così diversa. Io sono orfano, e come voi posso piangere non sugli assenti ma su coloro che non ci sono più. Eppure non piango, perché spero nell’avvenire e in Dio. Coraggio, Marian! Abbiate fiducia!”
“Robin Hood, il principe dei ladri”: non ci potrebbe essere titolo più ingannevole di questo! La storia di Robin Hood non mi era sconosciuta, almeno così pensavo prima di approcciarmi a questa lettura. Per via degli innumerevoli film d’animazione o comunque cartoni animati forse l’avevo idealizzato. Ho sempre pensato a lui come a un fuorilegge. Come a un accattivante paladino della giustizia. Come a un valido combattente. Sì, lo avevo decisamente idealizzato. Per anni sono stata innamorata di un personaggio che non esiste nemmeno nella fantasia.
Secondo Alexandre Dumas, infatti, Robin Hood è un ragazzo di sedici anni che per la maggior parte del libro non fa altro che abbandonarsi ai nobili sentimenti che nutre per la giovane Marian. Per carità, la lettura di questo classico non mi è dispiaciuta. Ho scoperto che Robin è stato adottato e che in realtà è un conte. Se vi piace il genere, è molto scorrevole e si legge in poco tempo. Ma non posso negare il fatto che mi abbia deluso un po’.
In questo romanzo non ho trovato nulla dei cartoni e dei film che mi avevano fatto innamorare. Non ho trovato l’azione e i ritmi incalzanti. Piuttosto è stato quasi come leggere un teen drama. Non è stato semplice rimanere sveglia durante la lettura e non addormentarsi col libro in mano. Infatti quasi tutto il romanzo è concentrato sulle vicende amorose dei personaggi, roba che «Dawson’s Creek spostati che mi fai ombra». Troppe volte mi sono ritrovata ad alzare gli occhi al cielo e sdegnata dalle adulazioni di Robin e dei suoi amici. Altro che galantuomo, Robin fa decisamente il cascamorto con tutte oltre il limite della sopportazione e dello sdolcinato.
Per non parlare dell’opinione sulle donne che Alexandre Dumas non avendo il coraggio di esprimere apertamente, mette sulle labbra dei suoi personaggi (in particolare di Frate Tuck).
Consiglio “Robin Hood il principe dei ladri” a chi ama gli intrecci amorosi e le damigelle in grave pericolo che hanno bisogno di un ragazzo o uomo che sia per essere salvate. Perché non sanno salvarsi da sole, ma l’unica qualità che hanno, a parte la bellezza, è quella di svenire alla prima occasione valida o meno che sia.
Non consiglio la lettura di questo classico a chi come me ama l’azione e i ritmi incalzanti.
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