Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni

Maurizio de Giovanni torna a deliziarci con un nuovo libro della serie del commissario Ricciardi, intitolato Soledad. Un giallo di potente narrazione e contenuto.

Chi è Soledad? Soledad è una canzone del 1934, testo di Alfredo Le Pera e musica di Carlos Gardel, quest’ultimo morto in un incidente aereo nel 1935.
Di che parla? Ovviamente di solitudine:

Di chi dovrebbe tornare non può tornare, se n’è andato per sempre. Scrive l’attesa della morte, della sua morte. Non di un amore perduto. Significa che non c’è speranza se c’è la morte.

Di solitudine parla con accenti importanti anche questo ultimo libro di de Giovanni. Solitudine in mezzo alla folla, che schiaccia sotto il peso di mille rimpianti, che è:

Soprattutto una questione di cuore.

Solitudine e morte: un connubio ristretto, per pochi. È l’atmosfera che si respira in questo Natale del 1939:

L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città.

E di morte deve occuparsi anche quest’anno il commissario Ricciardi. Una donna giovane è stata rinvenuta morta nella sua stessa abitazione. Si chiamava Erminia Cascetta, e viveva con la madre invalida Angelina:

il cadavere di una giovane era riverso al suolo. Il vestito era sollevato a scoprire le gambe, fasciate da calze color carne prive di smagliature. Il viso poggiava a terra sulla guancia sinistra, lo sguardo vitreo rivolto alle zampe del comò. Un braccio era steso lungo il corpo, un altro in avanti come per rialzarsi, il palmo della mano adagiato sul tappeto. Il cranio era sfondato sopra la nuca.

Ricciardi, preda a quello che lui chiama il Fatto, vede Erminia esprimere le sue ultime parole:

Sussurrava: egoista, egoista, lasciami vivere.

Qual è il significato intrinseco di queste parole? Quanto è affidabile il detto Fatto?

La voce e l’immagine sbiadita di ciò che era stato ammazzato, l’ultimo pensiero tagliato a metà dalla morte, che gli arrivava addosso con tutto il rimpianto per la vita non vissuta. Chissà perché li sentiva, chissà perché proprio lui.

Chi era, in realtà, Erminia? Dai pettegolezzi sussurrati e dalle indagini serrate emerge che costei era l’amante di un noto avvocato in città, una personalità importante ed intoccabile:

L’avvocato Catello De Nado, è il più importante tra i principi del foro della città. Le sue arringhe sono leggendarie, è uno di quelli che decidono il destino, di chi viene difeso da lui vince sempre. Ha più di settanta anni, quattro figli. Sposato con una marchesa, che tiene una bella sostanza, bella assai. (…) un uomo anziano alto, gilet e maniche di camicia, cravatta allentata, folti baffi bianchi e capelli rari ai lati della testa. Gli occhi azzurri avevano una espressione vacua.

Sarà ad aver voluto la morte dell’amante e perché? Ricciardi vuole vederci chiaro. Riuscirà anche questa volta nel suo intento?

La lettura di quest’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni è intrigante, trasporta il lettore in epoche buie del nostro passato, così lontano, così presente.
Lo stile dell’autore è fluido, scorrevole, così preciso.
Si respira una strana ansia in questo romanzo, un misto di attesa, di dolore, di angoscia. Tutti i personaggi, in qualche modo, soffrono. Soffrono a causa dei tempi bui, della solitudine, degli amori passati e mai più tornati.

Il gelo è penetrante, nelle ossa, nei cuori, nel vivere quotidiano, di chi guarda, inorridito al corso sanguinoso di una Storia, fatta da uomini e dalle loro gravi deviazioni. Una lettura bella, che si fa intima al lettore, e con lui vive e respira.
Una strana atmosfera si è creata in Soledad, coinvolgente e intimistica... un regalo perfetto per un Natale intriso dai tempi passati.
Per gli estimatori del commissario Ricciardi una perla letteraria, per gli altri il racconto di una vicenda che non può che attrarre irresistibilmente. Più che leggerlo, si divora.