Sorella di Marco Lodoli

In poco più di cento pagine, Marco Lodoli ci racconta una storia reale e metaforica, simbolica ma terribilmente verosimile.

Una ragazzina molto infelice decide irrevocabilmente di farsi suora, pur non avendo fede nè vera vocazione. La fuga dal mondo che non ama e non la ama le appare l’unica soluzione. Vive in un convento in un quartiere di Roma, le sue consorelle sono buone, ingenue, semplici, rassegnate. La Madre Superiora ha intuito la mancanza di fede, la profonda infelicità di suor Amaranta e le affida il compito di maestra d’asilo: tredici bambini caotici, impertinenti, lamentosi le vengono affidati da genitori frettolosi e distratti. Tra loro c’è Luca, un bambino adottato da un’improbabile coppia, difficile e quasi muto: è l’unico però che stabilisce con suor Amaranta uno strano rapporto. La suora, sempre più inquieta, accetterà come segni misteriosi le richieste che il bambino pronuncia a monosillabi nel suo orecchio.

Finalmente la suora conoscerà la vita vera, si scontrerà con una realtà metropolitana dalla durezza insopportabile, potrà tornare al convento con una nuova motivazione e finalmente arricchita di una vera umanità.

Lodoli racconta questa storia in modo lieve, ci accompagna con leggerezza fin dentro l’intimità di personaggi apparentemente insondabili, ci fa riconciliare con una religiosità che oggi appare sempre più appannata da esempi non troppo raccomandabili, ci apre alla speranza che i più piccoli possano aiutarci a ritrovare la strada giusta, che ogni giorno appare più impervia.